IL MITICO STOPPER DELLA JUVE SERGIO BRIO A VIETRI SUL MARE PER PRESENTARE IL SUO LIBRO:”L’ULTIMO 5TOPPER”.

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“Zoff, Gentile, Cabrini, Furino, Brio, Scirea, Bettega, Tardelli, Paolo Rossi, Platini, Boniek. Io sono Brio, Sergio Brio, il numero 5”. Comincia con la cantilena più famosa d’Italia il libro:” Sergio Brio. L’ultimo 5topper” con il numero 5 al posto della lettera S perché nella Juve la maglia numero 5 era riservata a Sergio Brio, almeno fino alla stagione 1994 – 95 :”Perché poi dopo ogni giocatore ha avuto la sua casacca personalizzata con tanto di nome stampato sulla schiena”. Il libro, edito da “Graus Editore”, scritto con la dottoressa Luigia Casertano, è stato presentato, venerdì sera, sul panoramicissimo terrazzo – giardino dell’Hotel Bristol di Vietri sul Mare, il rinomato albergo della famiglia Mendozzi, nell’ambito della seconda edizione dell’iniziativa “Approdi d’Autore” organizzata e promossa dalla Pro Loco di Vietri sul Mare , presieduta dall’imprenditore Cosmo Di Mauro, in collaborazione con la casa editrice “Graus Editore”, di Pietro Graus, e con il patrocinio del Comune di Vietri sul Mare. Il Presidente della Pro Loco, Cosmo Di Mauro ha spiegato che i bagnanti che frequentano gli stabilimenti balneari di Vietri sul Mare possono prendere in prestito i libri messi a disposizione dalla casa editrice Graus Editore per leggerli sotto l’ombrellone:” Potranno anche inviare le loro recensioni sulla pagina facebook creata appositamente dalla Pro Loco”. I libri vengono messi a disposizione anche dei clienti degli alberghi vietresi come ha spiegato il Vice Presidente della Pro Loco, Vittorio Mendozzi, che ha anche ricordato che:” Durante i dieci appuntamenti dedicati alla presentazione è possibile degustare i vini prodotti da dieci importanti cantine: questa sera degusteremo un pregevole Fiano di Avellino Docg vinificato dalla cantina di Paternopoli, “I Due Principati”, di Dante Marra e Emilia Ammaturo”. La presentazione del libro, moderata dal giornalista Franco Esposito, è stata affidata al giornalista di Rai International, Pasquale Scaldaferri, che ne ha sintetizzato il contenuto sottolineando che:” Sergio Brio appartiene a un’epoca , a un calcio, dove si baciavano meno le maglie, ma c’era più rispetto per i valori”.

Brio ha esordito affermando:” Sono un uomo fortunato! Ho avuto un’eccellente carriera che mi ha dato la possibilità di avere successo divertendomi.”. Poi, lo stopper leccese ha raccontato la sua storia:” La mia carriera è stata fondamentalmente nella Juventus e, guardandomi indietro, devo dire che sono molto orgoglioso di aver giocato in una squadra che ha lasciato il segno nella storia del calcio italiano”. Brio ha raccontato delle sue origini:” Tutta la mia famiglia lavorava nel negozio di parrucchiere per donna che avevano i miei genitori a Lecce. Quando era pieno anch’io aiutavo facendo lo shampoo alle clienti. Ogni tanto rimediavo qualche mancia”; del suo esordio nel settore giovanile del Lecce:” L’ allenatore Attilio Adamo che mi insegnò tutto del calcio, lo chiamavamo “lu maestru”, mi accompagnò in tutta la trafila delle squadre del settore giovanile. Mi accompagnò anche a Torino, dove poi sono stato sedici anni, da Boniperti, con Franco Causio, il “Barone”, quando nel 1974 andai alla Juve. Come per magia, mi ritrovai catapultato accanto ai mostri sacri del calcio. Erano lì, nello spogliatoio con me. Il mio sogno di bambino si era avverato”. Brio ha spiegato il titolo del libro: ” L’ultimo Stopper” perché poi sono arrivati i due centrali con la difesa a zona. Io giocavo con Scirea libero, con Gentile a destra e Cabrini a sinistra”. Brio ha raccontato numerosi episodi, anche divertenti, della sua vita calcistica:” Nel marzo del 1983 vincemmo contro la Roma grazie ad un mio gol che segnai di testa su cross di Platini. A fine partita mentre venivo intervistato da Galeazzi, un cane lupo che aveva il fazzolettino giallorosso intorno al collo, tenuto al guinzaglio da un militare mi diede un morso sulla coscia. Dolorante entrai negli spogliatoi e sentii il dottor La Neve chiedere al poliziotto se il cane avesse fatto il vaccino antirabbico. Quando questi gli rispose di si, lui rispose:” Brio non lo ha fatto. Vedrai che domani ti muore il cane”. Brio ha raccontato dei suoi trofei, delle sue vittorie, della Juve sul tetto del mondo, ma anche di momenti tristi come quello della tragedia dell’Heysel:” Il Presidente Boniperti non voleva giocare la partita, ma fu obbligato a farci giocare. Fin quando vivrò non dimenticherò mai quella serata”. Nel 1990 Brio smise di giocare:” La mia ultima partita la giocai a Lecce dove vincemmo 3 a 2. Il destino volle che concludessi la mia carriera proprio in quello stadio dove mia sorella Marcella   mi aveva portato per la prima volta quando avevo 8 anni e mi veniva a riprendere per l’ultima volta a 34 anni”. Brio ha ricordato la sua esperienza di allenatore in seconda di Trapattoni con la Juve e con il Cagliari e che oggi è opinionista per Radio Rai 1:”Commento i risultati delle partite e gli episodi che si svolgono all’interno del rettangolo verde, ma se c’è da criticare la Juve lo faccio senza mezzi termini. La mia forza è la mia imparzialità”. Nel libro la presentazione è stata affidata a Gianpiero Boniperti che nel 1974 prese Sergio Brio alla Juve:” Mi fu consigliato da Egisto Pandolfini, direttore del settore giovanile della Fiorentina e mio compagno di squadra in Nazionale” – scrive Boniperti nel libro –“ Decisi di concludere la trattativa con il Lecce sulla base di circa un centinaio di milioni delle vecchie lire, cifra molto importante per l’epoca, soffiandolo al Milan, Mi piaceva questo stopper “all’inglese”. Generoso, coraggioso, caparbio, duro in campo nei limiti della correttezza, a me piacevano quei giocatori che non tiravano indietro il piede, così deve essere un difensore che si faccia rispettare. E lui lo era”. La prefazione è di Allegra Agnelli che nel libro ringrazia il “gladiatore juventino” per aver deciso di destinare il ricavato delle vendite del libro alla “Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro”.

Aniello Palumbo