Movimento Decrescita Felice Salerno, parla Giacinto Chirichella

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Due mesi fa nasce a Salerno il Circolo del Movimento per la Decrescita Felice. Che cosa fate? Che cosa farete?

Movimento Decrescita Felice Salerno
Punto Einaudi: Presentazione Movimento Decrescita Felice Salerno

MDF Salerno nasce e inizia a muovere i primi passi nel 2011. A ottobre scorso il circolo è stato ufficialmente presentato alla città con un incontro a cui hanno partecipato, tra gli altri, Maurizio Pallante e il blogger Giuseppe Carpentieri. Ho ancora ricordi vividi di quella serata e mi capita di ripensare con piacere alla bella atmosfera che si respirava al Punto Einaudi: la sala che a poco a poco si riempiva fino ad andare in overbooking, la diretta streaming molto seguita anche da salernitani fuori città, l’interesse curioso dei tanti presenti che hanno contributo attivamente all’open mic finale. Da allora arrivano costantemente segnali di incoraggiamento o richieste di informazioni, per questo abbiamo pensato di organizzare nuovi momenti conviviali e conoscitivi. Anche in questo caso c’è stata ampia partecipazione, ma soprattutto un bel coinvolgimento nella condivisione di idee ed esperienze. Credo sia giusto continuare su questa strada, che sembra rispondere ad un bisogno dei cittadini della nostra estesa provincia, difatti abbiamo già fissato la prossima riunione per il mese di febbraio.

Tornando alla tua domanda posso dirti che ci sono in cantiere diversi progetti che saranno resi noti a breve. In primis l’Università del Saper Fare, un ciclo di laboratori decrescenti con momenti pratici e approfondimenti teorici come quello sulla pasta madre e la panificazione domestica a lievitazione naturale con farine locali da grani antichi non ogm. Altri appuntamenti saranno dedicati all’autoproduzione di saponi e all’autocostruzione di piccole compostiere. Come iniziative culturali in collaborazione con l’Università di Salerno stiamo lavorando al primo CineRadioForum sulla Decrescita Felice, con in programma proiezioni di docu-film tematici e il successivo dibattito radiofonico. Inoltre contiamo di calendarizzare una serie di appuntamenti con autori e saggisti del nostro territorio vicini a MDF per confronti e approndimenti sul tema, ma soprattutto per fare rete.

Stiamo anche ragionando su come rendere operativo nella nostra zona il progetto de I locali della decrescita e ci impegnamo costantemente a supportare tutte le iniziative di attivismo come ad esempio quella del gruppo spontaneo di guerrilla gardening Nona Nuvola.

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Come si fa a partecipare alle vostre attività?

Chi intende partecipare in maniera diretta può iscriversi formalmente al circolo versando una piccola quota simbolica da corrispondere anche in scec. Tutti gli altri interessati possono seguire le nostre attività partecipando e condividendo i nostri percorsi partendo dal sito web www.mdfsalerno.it dove sono presentate le singole iniziative, con tutti gli aggiornamenti del caso. Chiunque è interessato alla decrescita felice può entrare in contatto col circolo scrivendo alla mail mdfsalerno@gmail.com o unendosi al gruppo Facebook MDF Movimento Decrescita Felice Salerno. C’è anche un forum pubblico di discussione su GoogleGroups decrescita-felice-salerno@googlegroups.com dove tutti possono scrivere contribuendo positivamente alle conversazioni e ai dibattiti.

Per i più attivi sui social network, siamo anche su Twitter, con il nostro seguitissimo profilo twitter.com/MDFSalerno quindi se avete proposte, richieste e suggerimenti c’è solo l’imbarazzo della scelta e a breve sarà attiva anche la fan page su facebook.

Nei limiti delle nostre possibilità cerchiamo anche di partecipare laddove è possibile con banchetti informativi, per diffondere il nostro punto di vista, e penso ai sani rapporti di cooperazione che abbiamo costruito in questi mesi con il gruppo Agorà della parrocchia del Volto Santo, il Mercatino delle Idee, la Rete dei Giovani, la Rete dei Semi Rurali, il nascente Coordinamento Regionale dei Gruppi d’Acquisto e dell’Economia Solidale.

Come aneddoto simpatico posso dirti che capita spesso che in molti ci chiedano dov’è la nostra sede e devo ammettere che è una bella soddisfazione poter ammettere candidamente che non abbiamo un luogo fisso, perchè la nostra sede è tra le persone, nei luoghi in cui costantemente portiamo avanti delle attività: la Bottega del Commercio Equo e Solidale in centro, la Bottegaia di Pastena, l’Informagiovani o Casa Giovanna a Filetta (San Cipriano Picentino).

 

SALERNO… quanto è decrescente?

Negli ultimi anni la nostra città sembra vivere un momento di appiattimento culturale, quasi un dormiente letargo che col tempo è diventato noiosa routine: molta forma e poca sostanza. Certo sono molto fiducioso perchè il fermento che sta partendo dal basso sicuramente contribuirà a spazzare via questo momentaneo assopimento; la moltitudine inarrestabile di Paul Hawken non fa rumore, ma dà chiari segnali di vita anche a Salerno. A livello amministrativo sicuramente è da valutare positivamente il cambio di rotta rispetto alla volontà di costruire un impianto di incenerimento, così come sono positive le ampie percentuali ottenute dalla raccolta differenziata, ma tutto questo non può essere considerato un punto di arrivo, ma va interpretato come uno stimolo per avviare un cambiamento virtuoso. Come Movimento Decrescita Felice anche a livello nazionale puntiamo alla stategia dei Rifiuti Zero e penso a Paul Connett e al modello Vedelago nel comune toscano di Capannori dove i rifiuti vengono trattati come MPS (materie prime seconde), tanto per dare un riferimento pratico: recupero, riuso, riciclo per trasformare un problema in una opportunità mettendo al centro del processo l’impatto ambientale delle nostre scelte e il risparmio energetico.

Pensiamo anche che i tempi siano maturi e che Salerno possa aderire il prima possibile al progetto BES (Benessere Equo e Sostenibile), così da misurare le nuove dimensioni del benessere locale per analizzare e comprendere al meglio la nostra realtà. La diffusione culturale e l’informazione costante e capillare sono il primo passo verso la partecipazione per la creazione di nuove esperienze di intelligenza collettiva e la riacquisizione delle sovranità popolari, come da principi fondamentali della nostra Costituzione, articolo numero uno.

Salerno è molto infelice e poco sostenibile quando consuma il territorio e accetta passivamente nuove colate di cemento a fronte di un calo demografico ormai accertato. Per rilanciare il comparto edilizio e creare nuovi posti di lavoro utile andrebbe riqualificato l’esistente puntato soprattutto sull’efficienza energetica degli edifici attraverso la riconversione. Sul versante mobilità andrebbe finalmente progettato un piano integrato sostenibile che favorisca il trasporto collettivo pubblico e privato, e garantisca sicurezza in fatto di ciclabilità. Passando al tema dell’acqua pubblica personalmente mi sento di bocciare il modello Salerno, oltretutto credo non sia giusto dimenticarsi delle istanze portate avanti dal popolo dei referendum. Quanto mi piacerebbe che l’amministrazione comunale organizzasse in tal senso un confronto pubblico con padre Alex Zanotelli.

Tante ancora sarebbero le piccole iniziative a costo contenuto che potrebbero essere attivate nel giro di pochi mesi: farmer’s market a km0, compostiere di quartiere, orti urbani & community garden, centri commerciali naturali e incentivi a nuovi progetti di ospitalità diffusa, spazi di coworking per giovani aziende start-up, banca del tempo e nuove esperienze di scambio potenziando l’aggregazione e il senso di comunità nei singoli quartieri.

In estrema sintesi un cambio di paradigma culturale è necessario per garantire ai nostri figli una vita che sia degna di tale nome.

 

Sei impegnato personalmente come attivista anche in ArcipelagoScec. Ci parli un po’ anche di questa esperienza?

Premessa estremamente sintetica, ti faccio una spremuta modello Bignami. Molti ignorano che l’euro non ha più nessuna corrispondenza con le riserve auree del nostro paese e che la moneta che utilizziamo per i nostri scambi commerciali è emessa da un soggetto privato, la BCE, che di fatto ne è il proprietario e che la emette a debito. Su questo debito grava un interesse che cresce in maniera esponenziale nel tempo anche quando la moneta è ferma in un salvadanaio. Questo sistema economico neoliberista legato al mercato, alla crescita e alla competitività è ormai al collasso avendo fallito su più fronti ed essendosi ormai accartocciato su se stesso. Questa economia legata alla moneta e alla finanza ha solo un obiettivo: la sopraffazione di pochi a scapito di molti e la sua inefficienza è sotto gli occhi di tutti.

E’ da qui che nasce ArcipelagoScec, un coordinamento nazionale di associazioni regionali che parte dal presupposto che l’economia dovrebbe servire a garantire alle persone ciò di cui hanno bisogno. L’obiettivo è quello di rivitalizzare le economie locali in maniera sistemica, rimettendo l’essere umano al centro del processo economico, ricostruendo le comunità e puntando ai rapporti tra le persone.

 

Ci parli un po’ di questo nuovo mezzo di scambio?

Lo scec è un buono locale di solidarietà. E’ uno strumento di pagamento che non crea debito, è di proprietà del portatore ed è senza scopo di lucro. Viene distribuito gratuitamente e lo si può usare per sostituire una parte del prezzo negli scambi commerciali per l’acquisto di beni e servizi affiancando l’euro, il tutto nel rispetto delle leggi vigenti in Italia, avendo avuto l’ok da parte della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle Entrate. 1 scec corrisponde ad 1 euro e si presenta fisicamente come un foglietto di carta, colorato, numerato e validato con un timbro. E’ disponibile in tagli diversi al pari di una moneta, pur non essendo una moneta sovrana perchè non può essere cambiato in un’altra valuta.

Ti faccio un esempio chiaro, perchè può essere molto più efficace: andando in una pizzeria il cui titolare aderisce ad Arcipelago e accetta il 20% in scec, invece di pagare il conto con il prezzo ordinario magari di 10,00 euro, posso pagare 8,00 euro e 2,00 scec. Sulla ricevuta o sullo scontrino troverò indicati gli 8 euro che ho pagato, perchè dal punto di vista fiscale lo scec è la rappresentazione visiva di uno sconto. Il vantaggio per il pizzaiolo sarà quello di non aver ricevuto una perdita per lo sconto effettuato dal momento che ha incassato due scec che potrà rispendere presso un altro aderente al circuito: barbiere, meccanico, commercialista o azienda agricola per l’approvvigionamento di vino, olio e prodotti ortofrutticoli.

In questo modo i cittadini guadagnano potere di acquisto, ma allo stesso tempo danno una mano all’economia locale del territorio. Chiunque può partecipare a questa iniziativa, perchè l’approccio è assolutamente aperto ed inclusivo: gli studenti, i pensionati, i dipendenti possono iscriversi come fruitori in maniera assolutamente gratuita, mentre i liberi professionisti, i commercianti, i titolari di un’azienda agricola, di una cooperativa o di una piccola e media impresa possono iscriversi come accettatori pagando una quota simbolica di 10 euro e 10 scec. Gli accettatori decidono in base alle loro possibilità all’atto dell’iscrizione che tipo di percentuale di accettazione scec applicare, solitamente tra il 5% e il 30%. Tutti gli iscritti ricevono 100 scec all’iscrizione, poi proporzionalmente alla crescita del circuito nel loro territorio, vengono effettuate sempre gratuitamente ulteriori distribuzioni. L’idea è quella di arrivare a distribuire anche 100 scec al mese, se ti fa piacere puoi vedere la cosa come una sorta di reddito di cittadinanza. L’unica regola fondamentale è che possono partecipare attivamente a questo progetto solo le persone fisiche. Questo fa si che gli scec, ma soprattutto gli euro ad essi agganciati possano essere spesi solo in un’economia reale locale, liberi dall’inquinamento esterno dell’economia finanziaria che ormai malata terminale, sottrae moneta circolante e ricchezza dalle nostre comunità e genera povertà ed inefficienza.

 

Puoi darci anche un po’ di numeri per capire l’impatto e la risposta nei confronti di questa iniziativa?

La rete di Arcipelago è in costante espansione, in questo caso mi piace parlare di accelerazione virtuosa. Al momento oltre 20.000 italiani hanno in tasca gli scec e ci sono più di 3.500 realtà economiche presso cui è possibile spenderlo. Tutto ciò che facciamo si basa sulla solidarietà, sul dono e sul volontariato, quindi tali numeri non possono essere paragonati ad un progetto di business o ad un circuito di tipo commerciale. Il valore di questi numeri per chi riesce a coglierlo ha un potenziale infinito, perchè rappresenta dei singoli individui che dal basso hanno deciso di smarcarsi da meccanismi sistemici globali per rendersi liberi facendo comunità.

A Salerno c’è un gruppo locale, ma la nostra provincia è enorme, per questo abbiamo deciso di concentrarci su alcune zone in particolare. Sono fiducioso e penso che nel breve periodo si avvicineranno nuovi volontari e riusciremo ad essere presenti in più territori. A Napoli il circuito è partito nel 2008 ed oggi è composto da oltre 400 attività. Lì abbiamo calcolato che in alcune zone ad alta concentrazione tipo il centro storico, ogni famiglia potrebbe spendere circa 1.000 scec all’anno.

Tornando a Salerno, per ora c’è un circuito locale composto da un centinaio di accettatori, ci sono dentro Gruppi di Acquisto Solidale, piccole botteghe di artigianato locale, aziende agricole, commercianti, realtà operanti nel settore dei servizi, commercialisti, avvocati e professionisti di ogni genere. Il sito di riferimento per potersi iscrivere e consultare gli aderenti al circuito è www.arcipelagoscec.net.

A breve organizzaremo a Salerno una nuova Asta 100% Scec, replicando l’esperienza dello scorso anno, per ridare una nuova vita a tanti oggetti usati che in alternativa sarebbero destinati a diventare rifiuti. Probabilmente sono piccole cose, ma tante azioni costanti possano cambiare il mondo.

Lasciami aggiungere che come militanti di ArcipelagoScec ciò che vorremmo proporre, anche ambiziosamente, è una nuova cultura di impresa che possa essere svincolata dal debito e finanziata da azionarato popolare diffuso, sicuramente no profit e al servizio delle persone, di carattere locale e capace di generare benessere nel territorio in cui insiste. Al momento alcuni volontari di Arcipelago stanno creando dei modelli nei campi dell’energia, di internet e della connettività, dei trasporti, del mercato locale e dell’alimentazione: NOInet, Empori Locali, Sargo, FMS tutti progetti distribuiti con licenza Creative Commons, quindi a disposizione per essere copiati e replicati gratuitamente ovunque, a patto che non se ne faccio un uso improprio e che non se ne stravolgano le finalità. il nuovo mondo lo costruiremo tutti insieme un po’ alla volta.

 

Prima di lasciarti vorrei salutarti chiederti alcune informazioni sull’ortostoto.

MDF2Ti ringrazio perchè mi dai la possibilità di parlare di una storia che forse fra tutte è quella che mi appassiona di più perchè è un’esperienza di resilienza, permacultura e serendipità. L’orto è qualcosa di magico, che non si spiega, perchè è trasversale a tutto, anche se formalmente legato al circolo MDF. L’ortostorto è un orto sinergico comunitario localizzato a Fuorni. I lavori sono partiti a maggio in maniera spontanea con alcuni amici. In qualche week end abbiamo costruito il primo bancale, un’aiuola composta da un cumulo di terra ricoperta da una pacciamatura naturale in paglia e foglie secche per proteggere la terra e impedire alle erbacce infestanti di crescere. Per ottimizzare l’uso dell’acqua abbiamo fatto ricorso all’irrigazione a goccia e in linea con i principi di Masanobu Fukuoka e Emilia Hazelip non usiamo prodotti chimici di sintesi quali erbicidi o concimi, ma piuttosto proviamo a ricreare un equilibrio naturale grazie alla sinergia tra le specie e alla sperimentazione quotidiana, basandoci sull’osservazione della natura. La varietà è il rimedio contro la malattia delle piante e l’impoverimento delle sostanze nutritive del terreno.

Il metodo si è rivelato efficace, anche se al momento stiamo provvedendo a proteggere l’area con un recinto in legno, perchè saltuariamente i cinghiali vengono a farci visita.

Anche per l’orto ti lascio le coordinate https://www.facebook.com/ortostorto. In Campania sono in tanti che si stanno avvicinando all’agricoltura, l’importante è essere curiosi, saper cercare, apprendere come spugna. Altri orti legati ad MDF arriveranno presto. Siate sovversivi, seminate il panico e fate un orto: verticale, sul balcone o nel vostro giardino, va bene uguale, piantate sementi, preferibilmente non ogm e proteggetevi.

Giacinto Chirichella - Movimento Decrescita Felice Salerno
Giacinto Chirichella – Movimento Decrescita Felice Salerno