Maiori: il Complesso di Santa Maria de Olearia apre eccezionalmente le porte ai visitatori nei giorni del 25 aprile e del 1 maggio

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Maiori Santa Maria de'OleariaLa Costiera Amalfitana non è solo spiagge, buon cibo e splendidi panorami, ma un territorio ricco di storia e di cultura, con  un patrimonio artistico che non si finisce mai di scoprire e talvolta poco conosciuto anche dagli stessi abitanti del luogo. E tra le  tante  bellezze, una è sicuramente  rappresentata dal Complesso di Santa Maria de Olearia,  tra i più importanti insediamenti monastici benedettini dell’intero territorio, situato lungo la statale amalfitana che conduce a Maiori. 

Per la gioia degli appassionati di storia e di arte, sarà possibile visitare l’incantevole monumento anche nei giorni festivi del 25 e del 1 maggio, grazie a due aperture straordinarie nate dalla collaborazione tra il Comune di Maiori e la Soprintendenza ai Beni Artistici di Salerno e Avellino, e che ospiteranno turisti e visitatori durante i weekend tradizionali di primavera, dalle ore 9.00 alle ore 13.00.

La storia del Complesso di  Santa Maria de Oleari è davvero antica; notizie della sua fondazione risalgono al primo arcivescovo di Amalfi, Leone, che ne rivestì la carica dal 987 fino alla morte, avvenuta nel 1029. Egli, infatti, concesse a Pietro, un eremita che viveva in quei luoghi con il nipote Giovanni, di edificare la chiesa di S. Maria de Olearia, nei pressi del sito ove avveniva la lavorazione dell’olio. Rara e preziosa testimonianza di arte e architettura del primo Medioevo nell’ intero Ducato di Amalfi, il monumento è stato reso noto, per la prima volta, nel 1871 dal Salazaro. Costruito all’ombra di un grande antro roccioso naturale, nel corso del tempo buona parte di esso è stato trasformato ad uso privato.

Oltre alle suggestive caratteristiche architettoniche ed ambientali, ciò che contribuisce a rendere il monumento una vera perla d’arte, è la presenza di importanti dipinti che lo decorano e che ne costituiscono il dato di maggiore interesse. Si tratta di tre diversi cicli pittorici ad affresco, tutti medievali, ma eseguiti in tempi diversi, dislocati in altrettanti ambienti sovrapposti di destinazione cultuale. Nel primo di questi, comunemente chiamato cripta o catacomba, composto da tre sale contigue, è presente, in due delle absidi orientali, il primo nucleo di affreschi, risalenti probabilmente all’insediamento primigenio, vi sono rappresentate figure di santi la cui cifra stilistica è da ricondurre alla cultura medievale campana tra X e XI secolo. Sulla parete adiacente si riconoscono invece caratteri bizantineggianti, trasferiti qui attraverso la pittura eremitica pugliese del primo trentennio dell’XI secolo. Sulla terrazza sovrastante, addossata alla roccia, sorge la chiesa che ospita il secondo importante ciclo di affreschi. Essi rappresentano scene della vita di Cristo, dall’incarnazione alla passione, attinte da repertori bizantini, ma di chiara impronta campano-laziale. 

 Attraverso una piccola scala è possibile accedere, inoltre, alla cappella di  S. Nicola, costruita sopra la chiesa ed affrescata persino sulla facciata.  L’abside del piccolo vano è volta a nord e mostra la Vergine con S. Nicola e S. Paolino, con un chiaro richiamo al ruolo svolto da i due santi nella difesa dell’ortodossia contro l’eresia. Sulla parete est sono raffigurate scene di miracoli di S. Nicola e su quella opposta due teorie di santi, in cattivo stato di conservazione. Sulla volta si staglia un clipeo contenente il Cristo Pantocratore; sulla facciata, ai lati della mano del Signore, figurano due eleganti angeli svolazzanti. L’articolata ambientazione spaziale delle figure, rese con consapevole plasticità, ha spinto la moderna critica ad avvicinare questi dipinti alla pittura medievale romana tra XI e XII secolo, il cui dato peculiare è costituito dai rimandi alla cultura carolingia e tardo antica. 

 L’iniziativa, a cura della Soprintendenza ai Beni Artistici,  Storici e Etnoantropologici, per le Province di Salerno e di Avellino, e del Comune di Maiori rappresenta, quindi, un’occasione unica per conoscere una delle tante testimonianze storico-culturali presenti sul territorio della Costa d’Amalfi.

Il Complesso può essere visitato anche durante tutta la settimana con i seguenti orari: il mercoledì  dalle 14.30 alle 18.30; il sabato dalle  9.30 alle 13.00 e la domenica dalle 9.00 alle  13.00.