«Meno carte, più sostanza». Successo per l’incontro di 4S sulla sicurezza negli eventi.

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Un incontro fortemente voluto perché «c’è esigenza di fare rete tra i vari attori in materia di sicurezza, la cooperazione è fondamentale se vogliamo raggiungere l’obiettivo di formare ed informare a quelle che non devono essere vissute come un insieme di norme e di obblighi restrittivi, ma che sono buone pratiche di ciò che deve diventare uno stile di vita. Chi si occupa e, mi sento di dire, preoccupa della sicurezza in un evento non può e non deve essere considerato un ostacolo».

È decisamente positivo il bilancio che Alessia Rizzo, presidentessa dell’associazione 4S – Safety, Security, Sustainability & Social («parola intesa come sguardo all’ambiente circostante con il quale comunicare, e non come social network», precisa Rizzo) dà dell’incontro organizzato Lunedì 18 Marzo 2019 presso la Sala dei Marmi del Comune di Salerno, grazie al patrocinio della Camera di Commercio di Salerno e della stessa amministrazione comunale salernitana.

“Progettazione e Gestione della Safety & Security degli eventi. Oltre le circolari Gabrielli e Piantedosi. Analisi, Procedure e Case Study”, questo il titolo del convegno, valido ai fini dell’aggiornamento RSPP-AIFES (Associazione Italiana dei Formatori ed Esperti in Sicurezza sul Lavoro) e accreditato presso il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Salerno e di Nocera.

Dopo i saluti istituzionali dell’Assessore comunale all’Urbanistica Domenico De Maio, che ha sottolineato l’importanza di svolgere un evento come questo nella città di Salerno, ormai punto di riferimento regionale per l’organizzazione dei grandi eventi, e del Prefetto di Salerno Francesco Russo che, con il suo ufficio, ha messo a punto e reso liberamente consultabile sia un vademecum per le commissioni comunali in materia di sicurezza che un disciplinare tecnico, ricchi di spunti ed estremamente interessanti sono stati tutti gli interventi dei relatori che si sono susseguiti.

A rompere il ghiaccio, Ermanno di Nuzzo, avvocato e Magistrato Onorario del Tribunale di Nocera Inferiore, che ha affrontato la questione di quanto sia rilevante, da un punto di vista giuridico, il «non facere per evitare un evento dalle conseguenze disastrose. Quando qualcosa va storto, oltre ai materiali commettitori di un errore, rischiano di essere imputati anche i vertici istituzionali, come il sindaco, per non saputo fornire adeguate misure preventive. La circolare Gabrielli fornisce delle regole ma, soprattutto, orienta per prevenire danni di diversa gravità e, se applicata a dovere con le giuste tempistiche e intelligenza, evita l’imputabilità dei dirigenti».

«L’Italia purtroppo è un paese che si fonda sulla burocrazia e dove per molti anni la norma, in materia di manifestazioni pubbliche, si è concentrata solo sui luoghi la cui destinazione d’utilizzo era già votata a questa tipologia di eventi, come discoteche, stadi, palazzetti», ha aggiunto l’avvocato Raffaele Tecce. «Per troppo tempo non è stato immaginato di  regolamentare a dovere le aree come le piazze o le strade dove pure, da sempre, si svolgono manifestazioni. L’innovazione delle circolari Gabrielli e Piantedosi è l’inserimento della responsabilità del programmatore dell’evento e della presenza di un gestore della struttura della sicurezza, di qualcuno che valuti preventivamente non solo i rischi, ma anche la quantità dei partecipanti nonché la loro qualità, proprio perché eventi diversi canalizzano diversi tipi di pubblico. I tentativi di focalizzare la responsabilità di un danno avvenuto su di un unico attore, ad esempio il sindaco, non rendono onore alla complessità dell’argomento in gioco».

Marialuisa Saviano, professoressa di Economia & Management presso l’Università degli Studi di Salerno, ha sottolineato quanto una formazione sia tecnica che metodologica svolga una funzione fondamentale «per impedire che si parli e ci si capisca solo tra esperti del settore. Le organizzazioni ibride svolgono un lavoro importantissimo anche perché, andando al sodo, le diverse soggettività organizzatrici di un evento (ordinatore, coordinatore e proponente) per portare effetti positivi sull’ambiente che li circonda, la società e l’economia, devono necessariamente trovarsi a convergere. La situazione migliore, infatti, è quella che viene definita “modello ad elica”, in cui tutti i partecipanti all’organizzazione, ognuno secondo il proprio ruolo, dialogano in modo flessibile tra loro ruotando però attorno allo stesso “perno”: l’evento. Per quanto un ente territoriale e un’impresa, entrambi possibili organizzatori, debbano avere approcci iniziarli diversi, non possono non dotarsi di una struttura altamente preparata e flessibile per riuscire nei loro intenti». In aggiunta, Francesco Caputo, assegnista di ricerca del Dipartimento di Farmacia dell’Unisa, ha evidenziato quanto, normalmente, si prendano in esame per costi e impatto sul contesto solo gli eventi di grande portata che, tuttavia, rappresentano solo il 20% del totale: «Il restante 80% è fatto di manifestazioni piccole, territoriali, spesso senza fondi, e la vera sfida della sostenibilità è questa: ragionare per strutturare organizzazioni che se ne prendano carico e cura».

Il primo punto di vista di chi opera attivamente “sul campo” della sicurezza nei pubblici eventi è stato portato da Gerardo Rizzo, ingegnere e direttore tecnico della Omnia Service srl che, in qualità di responsabile Safety e Security, tra le altre, della manifestazione Luci D’Artista, ha sottolineato come «un evento si gestisce bene se c’è un buon progetto, e c’è un buon progetto se chi ci lavora, non solo chi lo dirige, ha metabolizzato l’importanza delle norme e il valore della sicurezza. Non è possibile continuare a considerare quello per la Safety & Security un costo penalizzante e relegarlo a finanziamenti esponenzialmente bassi. Un evento è ben riuscito se lascia un impatto positivo sulla comunità di appartenenza aumentandone così il suo valore. Ma perché questo accada riducendo al minimo i rischi dobbiamo iniziare a ragionare in maniera europeista, anche quando il contesto di riferimento è una piccola comunità. Il piano di una manifestazione va studiato, disegnato. Tutti noi coinvolti nella gestione di un evento siamo come dei dottori, e la nostra medicina è organizzare un buon sistema gestionale».

È intervenuto maggiormente nelle sue vesti di formatore in materia di sicurezza l’avvocato Lorenzo Fantini, nonostante un curriculum che lo abbia visto, tra le altre cose, dirigente del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e Presidente del Casellario Centrale Infortuni Inail: «La formazione e l’addestramento di tutti gli operatori in campo per un evento è fondamentale, sia perché gli esseri umani, proprio in quanto tali, sono fallibili, e lo dimostrano le statistiche che danno 7 infortuni su 10 causati da comportamenti imprudenti sul lavoro; sia perché c’è bisogno di una gestione preparata che sappia come e dove intervenire per la sicurezza di tutti e che sia specifica: dal montaggio dei palchi ai patentini per i muletti. Spendo metà del mio tempo come formatore di dirigenti e datori di lavoro a dire che la sicurezza è un investimento e non un costo. I dati parlano chiaro: per ogni euro investito in sicurezza ne ritornano 2 o 3 nel giro di un triennio. In questo paese, quando parliamo di sicurezza, c’è bisogno di meno carte e più sostanza».

Estremamente tecnico e dettagliato l’intervento del Comandante dei Vigili del Fuoco di Salerno, l’ingegner Adriano De Acutis, che ha mostrato come l’accuratezza dello studio degli spazi e dei modelli sia fondamentale per una pianificazione efficace: «Le variabili da tenere presenti sono tante e vanno analizzate con cura. Ad esempio le misurazioni vanno fatte nel modo giusto, tenendo conto che non tutto lo spazio e le distanze che risultano su di un report sarà concretamente utilizzabile, perché magari sono presenti delle scale o delle rientranze. Fondamentale è il calcolo dei tempi di fuga, come in caso di emergenza improvvisa o prima dell’innalzamento delle temperature in presenza di incendi. È importante infondere fiducia nelle persone che, nei momenti di panico, si affideranno naturalmente ai leader delle strutture organizzate, riducendo i rischi».

A concludere i lavori, ci ha pensato Massimo Sposaro, marketing manager della D&Tsrl, società che sviluppa programmi per il calcolo previsionale dei movimenti delle folle, che ha mostrato anche l’applicazione concreta di tale software nel case-studyLuci d’Artista”: «I dati inseriti nel nostro simulatore hanno dimostrato come non realizzare il senso unico pedonale a Via Mercanti durante la manifestazione avrebbe aumentato del 40% i tempi di percorrenza della stessa e quintuplicato le probabilità di punti critici e a rischio. La nostra tecnologia è efficace perché analizza i dati ragionando per spazio continuo, e non per scacchiera, esaminando la situazione nella sua globalità e permettendo di intervenire su dinamiche prima impensabili. Ad esempio, nella realizzazione di una linea metropolitana costruita nostro cliente si era resa necessaria, a progetto finito, la costruzione di una terza uscita di sicurezza che sarebbe costata centinaia di migliaia di euro. Grazie ad una nostra simulazione siamo riusciti a dimostrare che, attraverso segnaletica ben disposta e personale formato, si sarebbe riusciti a veicolare il flusso di persone in modo corretto e sicuro senza bisogno di quella costosa modifica strutturale. Non siamo e non saremo mai un sostituto legale di chi pianifica gli eventi, ma sicuramente possiamo essere un valido supporto, un ottimizzatore di risorse».