La Riforma del processo civile in Cassazione, l’incontro all’Università di Salerno.

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Questa mattina, presso l’Aula “Nicola Cilento” del campus di Fisciano, si è tenuta la giornata di studi dal titolo “Riforma del processo civile in Cassazione“.

L’incontro, che ha concluso i corsi di lezione a.a. 2016-2017 delle cattedre di Diritto processuale civile del Dipartimento di Scienze Giuridiche, si è focalizzato sull’analisi del giudizio civile in Cassazione, in conseguenza della significativa riforma dovuta al D.L. 31 agosto 2016 n. 168, convertito dalla Legge 25 ottobre 2016 n. 197.

L’incontro, aperto dai saluti istituzionali, è stato presieduto dal Primo Presidente della Corte di Cassazione Giovanni Canzio.

Il Rettore Aurelio Tommasetti nel corso del suo saluto ha dichiarato: “Ho già avuto modo di sottolineare, in occasione della Sua prima visita al nostro Ateneo, il legame speciale che intercorre tra il Presidente Canzio,  che ha compiuto  gli studi liceali presso il Liceo Tasso di Salerno e la città in cui egli, dopo un’intensa carriera giudiziaria svolte in molte sedi, torna sempre molto volentieri. L’Università, nello svolgimento della sua mission, che è quella di fare didattica e ricerca di qualità  in una prospettiva di apertura e servizio al territorio, rinviene oggi nella autorevole presenza del Presidente Giovanni Canzio un momento  di altissimo arricchimento culturale”.

Il convegno è stato nutrito dagli interventi di: Sergio Perongini, Direttore del Dipartimento di Scienze Giuridiche, Renata Pepe Consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Salerno, Achille Saletti, Ordinario di Diritto processuale civile all’Università Statale di Milano, Francesco De Santis, Ordinario di Diritto processuale civile Unisa e Franco De Stefano, Consigliere della Corte di Cassazione.

Nell’introdurre il suo intervento, il Presidente Canzio ha dichiarato: “La riforma ha rappresentato un atto necessario. La sua grande novità è che in essa si distinguono i ricorsi. Da un lato ci sono i ricorsi che attengono a questioni rilevanti per lo sviluppo della Giurisprudenza e che vengono per questo trattati in udienza pubblica e conclusi con sentenza; dall’altro lato ci sono ricorsi che attengono al singolo processo, alla legittimità di quel processo, che il giudice di legittimità può affrontare in camera di consiglio e sviluppare quell’ordinanza. Questa tecnica decisoria può aiutare a far sì che la Corte di Cassazione riscopra la sua vocazione ad essere una corte suprema di legittimità, come sta funzionando oggi. Al riguardo sono moderatamente ottimista, sto notando dei punti di svolta e un diverso atteggiamento culturale dei magistrati e degli avvocati. Questa evoluzione richiede tuttavia un coerente contributo anche da parte dell’avvocatura e dell’Università: tutti insieme dobbiamo fare in modo che la riforma non vada mai a penalizzare il diritto di difesa”.