Lectio Magistralis di Padre Michele Bianco a “Dante sotto le Stelle”.

 Sull’incontro di Dante con Virgilio, che “segna il passaggio dalla fabula, dal poema allegorico – didattico della prima parte del Poema, a una lettura di tipo istoriale nella quale non ci sono più figure convenzionali, astratte, ma figure che assumono la loro straordinaria concretezza”, si è soffermato Padre Michele Bianco ,  dantista, docente di Etica Universale e Etiche Contemporanee  all’Università di Bari, scrittore, autore  di numerosi saggi  letterari su Dante e vincitore di premi internazionali, durante  il secondo incontro  della rassegna culturale “Dante sotto le stelle” organizzata, nella nuova “Piazza Dante Alighieri” sul Lungomare di Salerno, dalla professoressa Pina Basile, Presidente della “Società Dante Alighieri” sezione di Salerno.  Il sacerdote, Rettore del Santuario di Torre le Nocelle, in provincia di Avellino, nella sua  Lectio Magistralis sui primi due canti dell’Inferno,  ha spiegato perché Dante  aveva smarrito la diritta via:” Perché la ragione era stata offuscata dal vizio della passione: si era allontanato dalla retta dottrina, in ambito morale, e dalla retta  osservanza degli insegnamenti evangelici”. Per ritrovarla,  la retta via,  Dante inizia un cammino di redenzione , di conversione:” A guidare Dante, nella prima parte del suo viaggio nell’Inferno e nel Purgatorio, sarà Virgilio, di cui  Dante ha imitato il bello  stile. Virgilio, peccatore pagano, diventa strumento di redenzione del Dante cristiano.  In Paradiso Dante sarà  accompagnato da Beatrice”.  Il professor Bianco ha spiegato che ognuno di noi deve compiere il  viaggio di redenzione che ha fatto Dante :”Un viaggio dentro l’animo, attraverso il pentimento, per raggiungere la grazia con l’incontro con Dio. Dio che Dante ci racconta senza raccontarlo: questa è la sua  straordinaria grandezza”.  Padre Bianco ha anche raccontato dell’incontro del poeta con le tre belve: “ La Lonza, che rappresenta l’incontinenza, il peccato della carne; il Leone che rappresenta la superbia, e la Lupa che rappresenta la cupidigia più che l’avarizia”. Dopo aver recitato alcuni dei 14233 sublimi versi del Sommo Poeta,  Bianco  ha spiegato che :” Nei primi due canti Dante riesce a sintetizzare quello che andrà a raccontare dopo”,  sottolineato la straordinaria  modernità e attualità  di Dante e concluso spiegando che:” Tutta la Divina Commedia è una poesia straordinariamente teologica”. La  professoressa Pina Basile  ha ricordato che  Dante  morì di malaria, a Ravenna, nel 1321, all’età di 56 anni:” Venne  inviato a Venezia come ambasciatore ravennate da Guido Novello  per riparare all’offesa fatta dai ravennati che avevano sequestrato una nave veneziana carica di sale, poi subito liberata. Fu proprio durante quel  viaggio che  si ammalò di malaria”. L’Assessore alla Cultura Tonia Willburger ha ricordato che il 28 giugno è stata inaugurata “Piazza Dante Alighieri”:”  Insieme alla “Società Dante Alighieri”, abbiamo voluto  dedicare questa piazza al Sommo Poeta  perché diventi un luogo di aggregazione,  di incontri di cultura, di riflessioni, di emozioni”. (Foto di Giuseppe Carabetta e Pina Masturzo).

Aniello Palumbo