Be or not to be … sagra?

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Cominciate, dunque, le vostre feste. Cominciatele con un pensiero di gratitudine per gli enti locali che conservarono questa sede di studi, predestinata, se il cuore non mi inganna, a più alto avvenire; per coloro che insisterono e insistono al fine che questa sede abbia ciò che le spetta e ciò che le conviene, per i suoi diritti acquisiti e per i suoi destini futuri.
Cominciate le vostre feste, rivolgendo un pensiero di fratellanza ai vostri compagni e ai nostri colleghi delle due altre università siciliane, che sono in ispirito con voi; ai vostri compagni e ai nostri colleghi di tutte le università italiane, che lavorano al medesimo vostro ideale e vedono le vostre medesime visioni, di libertà e di giustizia, di conservazione e difesa patriottica ed umana pace e concordia.
E siate felici, e, ciò che è migliore augurio, fate felici.
UNA SAGRA
Pensieri e discorsi di Giovanni Pascoli, MDCCCXCV-MCMVI seconda edizione, Nicola Zanichelli editore, Bologna MCMXIV

Come ogni anno il quesito si ripropone: Sagre si sagre no?!
Come ogni anno allo scoccare del mese di luglio, ma soprattutto di agosto il problema riguardante le sagre popolari si ripropone, una lotta fra chi è a favore e chi contrario.
Ma quando sono databili le sagre? Sono di origine antica o moderna.
Secondo alcuni sono da rinvenirsi agli anni 30 del secolo scorso con la pubblicazione Guida gastronomica d’Italia del Touring Club (1931),anche se il vero successo si è avuto negli anni 70 con la riscoperta dei prodotti e dei piatti locali dopo il boom economico del dopo guerra quando tutto era rivolto alle innovazioni gastronomiche degli americani etc.
Secondo altri invece le sagre sono le Eredi legittime delle antiche cerimonie si religiose che pagane che si sono succedute nei secoli passati. Cerimonie nelle quali in passato si usava accompagnare la consacrazione di edifici di culto mediante fiere, mercati e consumo collettivo di cibo.
Le sagre sono quindi, interpretando le due correnti di pensiero, e il significato testuale del termine una Cerimonia di consacrazione di un luogo o di un oggetto del culto. Sagra deriva da sagro, var. di sacro, (“festa sacra”). Le prime attestazioni note di sacra risalgono al XIV secolo, ad es. al 1342, col significato di “festa nell’anniversario della consacrazione di una chiesa”. Il significato di “festa popolare con fiera e mercato” compare per la prima volta nel Boccaccio (1353), associato ad una voce ancora di diffusione chiaramente regionale (veneto-lombarda). Il recente slittamento semantico verso il significato di “festa a carattere unicamente laico e ludico, con abbondanti libagioni” potrebbe essere stato facilitato anche dal D’Annunzio, che usò sagra come sinonimo di “commemorazione civile” (ad es. La Sagra dei Mille, maggio 1915). L’uso attuale della parola, dunque, sembra porsi esattamente all’incrocio tra il termine boccaccesco e quello dannunziano.
La sagra soprattutto nell’epoca contemporanea è divenuta uno strumento non solo di aggregazione ma anche di valorizzazione territoriale, di riscoperta degli antichi sapori e tradizioni, non solo materiali ma anche immateriali.
I dati evidenziano come il 50% degli italiani durante l’anno partecipa ad una sagra.
Lo stivale è costellato da “sagre” popolari, che ripropongono gli antichi sapori. Senza distinzione di localizzazione, la sagra è una manifestazione che funziona. DA Nord a Sud passando per le Isole.
Negli ultimi anni però l’evento che doveva rilanciare la tipicità enogastronomica di un luogo enfatizzandone le differenze territoriali ha perso buona parte degli ideali per cui erano nate o promosse.
Troppi i casi di Sagre posticce con scarsa , sicurezza e rintracciabilità delle materie prime.
Prodotti che dovrebbero essere della terra ed invece sono contraffate ed importate dall’estero ( tipo funghi, olio, castagne).
Altra criticità che emerge dal proliferare delle sagre è la promozione di un prodotto che non rappresenta per nulla la cultura e il territorio ( sagra della birra, dello wurstel, etc) ma che invece è un buon attrattore di persone, che desiderano incontrarsi e divertirsi spendendo poco.
Altro problema che è emerso dal sistema delle sagre è la parte fiscale, e la concorrenza scorretta nei confronti di strutture ristorative e similari.
Quindi si può concludere affermando che l’Universo delle sagre è costellato da luci ed ombre.
Ma il popolo delle sagre è immenso, sempre in crescita, che chiede si qualità ma soprattutto voglia di divertirsi. Affinché le sagre ritornino a svolgere il ruolo per le quali sono state valorizzate è necessario porre in essere delle linee guida che possano consentire di soddisfare le esigenze dei partecipanti, ma dall’altro lato di preservare le tipicità dei luoghi e quindi la qualità.