Il Santuario Micaelico di Olevano sul Tusciano, mostra fotografica a Contursi Terme.

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Sarà inaugurata il 20 settembre a Contursi Terme, nei locali de “La Bottega di Biagio” in via Principe Umberto,51, la Mostra Fotografica sul tema “Il Santuario Micaelico di Olevano sul Tusciano”. Le foto esposte, riguarderanno affreschi dipinti nelle due cappelle principali, in aggiunta è stata realizzata una “sezione” dedicata al tradizionale accompagnamento della statua dell’Arcangelo con flauti e tamburi durante le occasioni liturgiche.

“La Bottega di Biagio” intende porsi nella comunità contursana come un punto di stimolo alla riflessione e alla riscoperta del “bello” partendo dalla storia dei luoghi in cui si vive.

E il Santuario Micaelico di Olevano sul Tusciano ben si presta allo scopo, sia sul piano storico-artistico che su quello religioso. In più, oggi vengono diffuse le analisi derivanti dall’esame dei reperti (alcune decine di migliaia) emersi dalle campagne di scavo realizzate nell’ultimo decennio, compreso il ritrovamento, nel 2003, dell’affresco raffigurante l’Arcangelo Michele e i tre monaci. Insieme, questi due elementi consentono di portare un raggio di luce nel buio che
avvolge la storia della vita del sito. A dimostrazione che la frase “In quam criptam nemo potest pre obscuritate intrare, nisi cum accensis luminibus”, che rappresenta la descrizione della Grotta scritta dal monaco Bernardo che la visitò nell’870 d.C., vale non solo per i luoghi, ma anche per cogliere ruolo, vita e significato del Santuario che era già attivo in quell’epoca, e che vive ancora oggi. Il ritrovamento in Grotta di flauti in osso in quantità significativa (quattro dei quali ancora integri e prefettamente funzionanti), di una struttura nella quale venivano realizzati, la raffigurazione della immagine di San Vito e della scena del suo martirio, sembra coerente con l’ipotesi di una ritualità volta alla cura di fenomeni relativi a patologie psichiche curate con la musica. San Vito curava l’epilessia.

Il “Catalogo” della Mostra curato dall’Associazione “Spazio Slow Life”, animatrice dell’iniziativa, riporta anche alcune indicazioni bibliografiche per approfondire i temi sopra riportati.

L’esecutore delle foto è Alfonso Apostolico, vive a Battipaglia, ex-sindacalista della Cisl, oggi in pensione, è di fatto un fotografo dilettante. Entra a pieno titolo nel filone della cosidetta fotografia di strada, in quella fotografia di documentazione sociologica e antropologica proprio a causa dell’incontro con la realtà del culto di San Michele Arcangelo a Olevano sul Tusciano, quando gli viene chiesto di realizzare delle foto dell’evento nel 1974 e 1975, da due amici che stavano preparandosi all’esame di Antropologia culturale con la Prof. Annabella Rossi, la quale chiedeva anche una “prova sul campo” con la realizzazione di foto, video e registrazioni audio. Era disponibile una sorta di manualetto realizzato dalla Prof. che dava indicazioni sugli aspetti antropologici di merito da tenere presenti. La lettura del manualetto e l’applicazione delle indicazioni all’interno della processione che si sviluppava (ancora adesso) per qualche chilometro attraverso un percorso che attraversa tutte le località abitate, portò a delle foto che entrarono nel materiale per l’esame, valutate positivamente e acquisite dalla Prof. per essere inserite in un archivio che all’epoca era in via di formazione.
Anche negli anni successivi, negli eventi di maggio e settembre, ci fu la presenza di Apostolico, che alla fine, si è ritrovato con un archivio di circa 350 foto, tutte in bianco e nero, e tutte su pellicola. Poi, a causa del lavoro che impediva di continuare, c’è stato un vuoto, fino al 2016, dopo il pensionamento, quando il primo appuntamento fotografico è stata la processione dell’8 maggio 2016, con reflex digitale. Ad oggi l’archivio supera le 800 foto.
Sono iniziate anche le Mostre fotografiche, tutte, finora, ad Olevano sul Tusciano.
Questa volta si parla della Grotta e degli affreschi che contiene, della sua storia e del significato che questo sito ha avuto fin qui sulla formazione di una fede che continua anche al giorno d’oggi. Tutto a colori, con le foto stampate in grande formato e poste su pannello, perché cambiano le cose in conseguenza del tempo che passa. Ma le foto dei suonatori che, con pifferi e tamburi, passano per le strade ad annunciare l’arrivo dell’Arcangelo e in suo onore eseguono la nenia di accompagnamento secondo un ritmo ed un rituale antico,
sono quelle degli anni ’70 che però sono di una attualità incredibile. E anche quelle degli ultimi anni, sono in bianco e nero.