L’Università degli Studi di Salerno ha elaborato uno studio di fattibilità del Sistema retroportuale di Salerno che potrebbe nascere nella zona di Brignano

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Nella zona di Brignano, prossima allo svincolo autostradale di San Mango e quindi in collegamento con tutte le direttrici Nord – Sud ed Est – Ovest, potrebbe nascere il retroporto di Salerno, una grande infrastruttura logistica polifunzionale per il trasporto e la movimentazione delle merci, con particolare riguardo alle reti di trasporto e ai connessi centri di smistamento. Tutto in un’unica grande area (capace di uno sviluppo di circa tre milioni di mq), integrata con la rete su ferro ed ecologicamente attrezzata, la cui gestione unitaria sarà affidata a infrastrutture e servizi centralizzati, idonei a garantire gli obiettivi di sostenibilità dello sviluppo locale e ad aumentare la competitività delle imprese. L’Università degli Studi di Salerno ha elaborato uno studio di fattibilità del Sistema retroportuale di Salerno, sviluppato d’intesa tra il SIMAS (Centro Interdipartimentale d’Ateneo) e l’Autorità Portuale di Salerno che potrebbe essere realizzato attraverso un contratto di sviluppo: un incentivo pensato per finanziare progetti di rilevanti dimensioni, che cerca di aggregare più soggetti, attento alla creazione di opportunità di sviluppo e di posti di lavoro. Il progetto prevede la realizzazione dell’intervento con criteri di alta compatibilità ambientale ed energetica. Particolare attenzione é stata posta, alle politiche e al coordinamento dei sistemi del trasporto passeggeri e delle merci nella città di Salerno che sulla loro velocità di movimentazione fonda la concorrenzialità del suo porto commerciale. In Italia più del 60% delle merci scambiate con l’estero viaggiano via mare, un dato che da solo testimonia l’importanza delle attività di shipping e di quelle portuali ad esse connesse. L’intento dei progettisti è quello di realizzare una struttura per il Porto di Salerno attraverso la quale avviare per le destinazioni interne merci di provenienza estera e ricevere merci per l’imbarco con destinazione estera. Si tratta di un progetto ampio, finalizzato ad individuare le reali opportunità di business per l’area salernitana in cui il fattore umano e la professionalizzazione delle risorse appare come uno degli aspetti cruciali per una risposta adeguata degli operatori portuali. Il progetto nasce per dare risposta a una domanda di “sviluppo” inevasa e dallo studio dell’area d’intervento, attualmente priva di identità, situata in posizione intermedia lungo il tratto dell’autostrada SA-RC, tra lo svincolo di Fratte e quello di San Mango, senza compromissione della funzione produttiva dei suoli ovvero la diminuzione delle superfici agricole a più elevata capacità produttiva. E’ stato individuato un sito ubicato su un’area fortemente compromessa, di nessuna valenza agricola, che necessita di interventi di riqualificazione ambientale. In particolare, l’area coinvolta presenta caratteristiche sfavorevoli e minore flessibilità nelle scelte colturali anche a causa del degrado pedologico in atto, inidoneo per un’agricoltura intensiva, presentando proprietà sfavorevoli alla maggior parte delle piante. L’area, inoltre è costituita da superfici marginali interessate da numerosi vincoli e prescrizioni normative che derivano essenzialmente dalla presenza di cave dismesse. Il progetto prevede anche la sistemazione dei versanti con interventi da realizzarsi utilizzando le principali tecniche d’ingegneria naturalistica. Gli ambiti d’intervento previsti sono finalizzati per lo più alla difesa del suolo, con riguardo particolare a interventi anti erosivi, per il drenaggio e di consolidamento. E’ previsto anche il risanamento di tutta l’area del Parco Fluviale Grancano. Secondo gli ideatori del progetto, tutte le opere previste, non solo garantiranno un recupero e il miglioramento dal punto di vista logistico e funzionale dell’area attualmente abbandonata ed in stato di dissesto, ma forniranno anche una occasione economica sia per l’indotto edilizio, nella fase realizzativa, ma soprattutto per quello produttivo, in fase di regime. In sintesi le priorità poste a base del progetto di sviluppo mirano, tra l’altro, a realizzare interventi per facilitare l’accesso all’area attrezzata, per favorirne la funzionalità e l’appetibilità logistica con   interventi di riqualificazione delle infrastrutture esistenti; realizzazione di presidi ambientali; interventi finalizzati alla riduzione degli impatti acustici ed atmosferici legati al traffico; realizzazione di infrastrutture idriche che consentano una ottimizzazione dell’utilizzo della risorsa idrica;   interventi che prevedono attività di riduzione di rifiuti speciali pericolosi; progetti che prevedono forti risparmi energetici o l’utilizzazione di fonti energetiche rinnovabili;   interventi volti alla realizzazione di servizi alla persona finalizzati alla salvaguardia delle pari opportunità. Un progetto, insomma, che può rappresentare una nuova scommessa per il nostro territorio.

Aniello Palumbo.