Draghi, l’ultimo atto, risoluzione approvata con appena 95 voti, centrodestra e M5S non partecipano alla votazione. Elezioni anticipate più vicine.

Italy's Prime Minister Mario Draghi attends a Senate session on a confidence vote on his government, Rome 20 July 2022. ANSA/FABIO FRUSTACI
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Il Senato conferma la fiducia al governo approvando la risoluzione sulle comunicazioni del presidente del Consiglio presentata da Pier Ferdinando Casini con 95 voti a favore e 38 contrari. I senatori di M5S, Lega e Fi non votano: i pentastellati si dichiarano “presenti non votanti”. I senatori presenti in Aula sono stati 192, 133 i votanti e la maggioranza 67. Lo ha detto in Aula al Senato la presidente Maria Elisabetta Casellati riferendo l’esito della votazione sulla fiducia al premier Draghi.

Il premier è salito al Quirinale per rassegnare le dimissioni.

La capigruppo è immediatamente convocata.

Lega, M5s e Forza Italia non votano la fiducia a Draghi al Senato. “Se non partecipano al voto mancherà il numero legale? E manca il numero legale”.

E’ quanto ha detto la presidente del Senato, Elisabetta Casellati rivolgendosi al segretario generale di palazzo Madama – a microfono aperto e udibile – subito dopo l’annuncio del M5s che non parteciperà al voto sulla fiducia al governo. Stessa decisione annunciata da Forza Italia e Lega.

Si avvicinano – così – lo scioglimento del Parlamento e il voto. È l’epilogo di una giornata drammatica vissuta tra Palazzo Madama, Palazzo Chigi e il Quirinale e della crisi aperta dal M5s. “In questo giorno di follia il Parlamento decide di mettersi contro l’Italia. Noi abbiamo messo tutto l’impegno possibile per evitarlo e sostenere il governo Draghi. Gli italiani dimostreranno nelle urne di essere più saggi dei loro rappresentanti”. Lo scrive su Twitter il segretario del Pd Enrico Letta.

Anche Mattarella è sceso in campo per indurre il centrodestra a non far cadere il governo, parlando con i leader della maggioranza. Si trattava di accettare il nuovo patto proposto dal presidente del Consiglio: ‘Siete pronti? La risposta non dovete dare a me, ma agli italiani’, aveva detto nelle comunicazioni della mattina. ‘Il sostegno che ho visto nel Paese, mi ha indotto a riproporre un patto di coalizione e a sottoporlo al vostro voto, voi decidete. Niente richieste di pieni poteri’, ha detto Draghi nella replica prima di chiedere la fiducia, che Forza Italia e Lega hanno annunciato che non voteranno, lasciando l’Aula. Non appena è iniziata la chiama sulla fiducia, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha lasciato l’Aula di Palazzo Madama.

Le sfide che l’Italia deve affrontare richiedono ‘un governo forte e coeso’. Al Paese ‘serve un nuovo patto di sviluppo concreto e sincero. Partiti, siete pronti a ricostruire questo patto? Siete pronti? Siamo qui in quest’Aula solo perchè gli italiani lo hanno chiesto. È una risposta che dovete dare non a me, ma a tutti gli italiani’. Mario Draghi conclude così il suo discorso al Senato. M5s e Lega non applaudono quest’ultima parte. Il presidente del Consiglio richiama le forze politiche alla responsabilità di portare a termine l’agenda di governo senza fare sconti e definisce ‘tanto sofferte quanto dovute’ le dimissioni, respinte dal capo dello Stato, presentate il 14 luglio per il venir meno del patto di fiducia nella maggioranza: ‘L’unica strada, se vogliamo ancora restare assieme, è ricostruire daccapo questo patto, con coraggio, altruismo, credibilità.

La situazione è andata complicandosi dopo che il Centrodestra di governo ha chiesto a Mario Draghi di formare un nuovo governo “profondamente rinnovato“, cioè con nuovi ministri, senza il Movimento Cinque stelle. La mossa anticipata dalla Lega in Aula è stata seguita – secondo quanto si legge in una nota congiunta – anche da Forza Italia. Si tratta di una richiesta dirompente che certamente mette in difficoltà il presidente del Consiglio che sta riflettendo sul da farsi. “I senatori del centrodestra di governo voteranno soltanto la propria risoluzione, che chiede un “patto” per un nuovo governo, profondamente rinnovato, guidato ancora da Mario Draghi e senza il Movimento 5 Stelle” (ma soprattutto senza i ministri Lamorgese e Speranza, ndr). Lo riferisce una nota delle forze di centrodestra che sostiene la maggioranza.

Ma non solo, la Lega attraverso le parole del capogruppo al Senato Massimiliano Romeo indica al premier anche la soluzione B, cioè rimanere in carica fino alla formazione di un nuovo governo dopo le elezioni. Ovviamente resta da vedere quali potrebbero essere le scelte del presidente della Repubblica. Poco prima Mario Draghi, in un discorso di circa mezzora, aveva tirato dritto ed illustrato un secco programma di governo chiudendo il suo intervento – quasi non applaudito dai banchi della Lega e del M5s – con questo invito: “siamo qui perché lo hanno chiesto gli italiani. Partiti, siete pronti a ricostruire questo patto?”.

Draghi ha ascoltato l’intervento di Romeo fissando il capogruppo della Lega tenendole braccia incrociate appoggiate al banco del governo. Man mano che il discorso di Romeo proseguiva, ha iniziato a prendere appunti. Terminato Draghi ha prima parlato con il ministro Guerini, che sedeva alla sua sinistra. A quel punto si è alzato ed è uscito dall’Aula insieme allo stesso Guerini. Il presidente del Consiglio Mario è uscito dall’Aula dopo l’intervento del capogruppo della Lega Massimiliano Romeo e ha avuto un breve colloquio in un corridoio di Palazzo Madama con il ministro Dario Franceschini.

“Serve un governo autorevole e credibile per affrontare i passaggi che abbiamo di fronte in Europa. Noi La sosterremo perché vogliamo completare il Pnrr e le riforme necessarie che sono ancora diverse”, ha detto il Pd in Aula con Franco Mirabelli. “Tutti dovrebbero fare lo stesso – ha aggiunto -, dire con chiarezza se si condivide o no questa proposta. Tutti dobbiamo avere la responsabilità di dire Sì o No, non è serio inventare altre strade o altre soluzioni”.

“Voglio subito rassicurare che non troverete mai un 5 Stelle che sulla base di convenienze elettorale faccia accadere il governo, qualunque cosa possa accadere, siamo fatti così. Abbiamo sempre mantenuto una linea di assoluta responsabilità”. Lo ha detto il senatore del M5s, Ettore Licheri, intervenendo in Aula dopo le comunicazioni del premier Draghi.

“Questa Forza Italia non è il movimento politico in cui ho militato per quasi venticinque anni: non posso restare un minuto di più in questo partito”.

Lo afferma in una nota Mariastella Gelmini, ministro per gli Affari regionali e le autonomie, aggiungendo che “Forza Italia ha definitivamente voltato le spalle agli italiani, alle famiglie, alle imprese, ai ceti produttivi e alla sua storia, e ha ceduto lo scettro a Matteo Salvini”. 

“Ho ascoltato gli interventi in Aula della Lega e di Forza Italia, – ha spiegato Gelmini – apprendendo la volontà di non votare la fiducia al governo (esattamente quello che ha fatto il Movimento 5 Stelle giovedì scorso).

In un momento drammatico per la vita del Paese, mentre nel cuore dell’Europa infuria la guerra e nel pieno vortice di una crisi senza precedenti, una forza politica europeista, atlantista, liberale e popolare oggi avrebbe scelto di stare, senza se e senza ma, dalla parte di Mario Draghi”. “Se i danni prodotti al Paese dalle convulsioni del Movimento 5 Stelle erano scontati – ha proseguito il ministro – mai avrei immaginato che il centrodestra di governo sarebbe riuscito nella missione, quasi impossibile, di sfilare a Conte la responsabilità della crisi: non era facile, ma quando a dettare la linea è una Lega a trazione populista, preoccupata unicamente di inseguire Giorgia Meloni, questi sono i risultati”. (ANSA)