L’AFFASCINANTE STORIA DI MAX E FLORA MELAMERSON RACCONTATA DA ANTONIO FORCELLINO A “LA CONGREGA LETTERARIA” DI VIETRI SUL MARE

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La storia di Max E Flora Melamerson, due coniugi ebrei di lingua tedesca che, da poco sposi, giunsero a Vietri sul Mare provenienti dalla Germania nazista è stata raccontata dall’architetto vietrese Antonio Forcellino, durante il penultimo appuntamento degli “Incontri di Cultura” che si è tenuto nello storico e suggestivo oratorio dell’Arciconfraternita del SS. Rosario e SS. Annunziata di Vietri Sul Mare, organizzato dai direttori artistici de “La Congrega Letteraria”, Antonio Gazia e Alfonso Mauro, con la collaborazione di Francesco Citarella, coordinatore   de “La Rete de “La Congrega Letteraria”. Forcellino, ormai famoso scrittore, autore della famosa trilogia “Il Secolo dei Giganti” e delle importanti biografie di Raffaello, Leonardo e Michelangelo, studioso rinascimentale e  restauratore di opere d’arte, tra le quali il Mosè di Michelangelo a Roma, l’Arco di Traiano di Benevento, le facciate del Duomo di Siena e del Duomo di Orvieto, quest’anno farà parte del comitato per le celebrazioni organizzate per i cinquecento anni dalla morte di Leonardo da Vinci, istituito dal Ministero dei Beni Culturali.

Con simpatia, spontaneità e naturalezza, Forcellino ha raccontato di essere venuto a conoscenza della storia di Flora e Max Melamerson per caso:” Grazie a mia figlia Diana che doveva scrivere un tema sugli ebrei in Costiera Amalfitana”. Forcellino, che pensava non ci fossero mai stati ebrei a Vietri, incuriosito, cominciò a chiedere a suo padre, alla gente di Vietri, qual era la verità: grazie alla ricerca di documenti importanti ,raccolti dalla moglie Marina, scoprì che i coniugi ebrei Melamerson erano stati a Vietri dove avevano fondato, nei primi anni del nel ‘900, la fabbrica ICS che esportava le ceramiche vietresi in tutto il mondo:” Imponendo un gusto   stilistico ”. Successivamente il professor Forcellino ha scritto un libro nel quale racconta questa storia:” La Ceramica sugli Scogli. La storia cancellata di Max e Flora Melamerson”. ” Sostanzialmente m’interesso delle storie degli uomini. Vietri, che è la mia comunità, è stata in qualche modo sempre ignara di quello che è successo in quegli anni, di una storia molto importante che è stata cancellata: quella terribile dell’olocausto che ha coinvolto tanti intellettuali ebrei che erano venuti a Vietri che già allora aveva raggiunto una sua perfezione nella lavorazione della creta. I Melamerson, che erano due ebrei, rappresentano il dramma del ‘900: lei era un’artista bellissima e lui un grande imprenditore. A Vietri elaborarono un progetto imprenditoriale di fusione della qualità e dello stile vietrese con le esigenze di rinnovamento della cultura europea: loro sapevano che il vero futuro era quello di rinnovare l’estetica . Crearono una rete di distribuzione che conquistò tutti i mercati mondiali facendo diventare la ceramica vietrese quello che ancora oggi è in parte. I grandi talenti vietresi non sarebbero stati tali se non fossero arrivate a Vietri queste due persone ”. Forcellino ha anche raccontato che spesso Flora Melamerson amava fare il bagno nuda sulla spiaggia di fronte ai Due Fratelli di Marina di Vietri :”Per questo fu anche multata”, che i coniugi Melamerson avevano un grande laboratorio di ceramica a Marina di Vietri e abitavano in una casa vicino alla Chiesa di San Francesco:” Poi si trasferirono in una casa in Costiera, prima della Casina Rossa. Grazie alle loro intelligenti strategie commerciali promossero la ceramica vietrese in tutto il mondo facendola diventare un prodotto di altissima qualità e di design”. Forcellino ha ricordato che nel 1933 i Melamerson avevano pavimentato, con le loro mattonelle, lo studio di Mussolini di Palazzo Venezia a Roma :” Sette anni dopo vennero espropriati di tutto e deportati in un campo di concentramento: prima a Viterbo e poi in Calabria. Si salvarono perché arrivarono gli alleati. A Vietri furono aiutati anche se poi tutti i loro beni furono rubati e la loro storia cancellata”. Forcellino ha raccontato che il nipote dei due coniugi, Raffaele De Vivo, ha cercato ovunque le loro opere, che poi ha comprato , e spiegato che tutti i ceramisti vietresi sono, dal punto di vista artistico, figli dei Melamerson: “ Vincenzo Solimene, Giovannino Carrano, Vincenzo Procida, Guido Gambone,  erano tra i loro allievi”.

La relazione introduttiva della serata è stata affidata all’architetto Daniela Scalese che ha parlato del periodo tedesco della ceramica vietrese: ” Tra il 1922 e il 1937 arrivarono a Vietri sul Mare numerosi artisti tedeschi, olandesi e polacchi che lavorarono nelle faenzere vietresi o, come nel caso dei coniugi Melamerson, in laboratori da loro creati come l’I.C.S. Questi artisti contribuirono al rinnovamento dello stile della ceramica vietrese”. Tanti gli artisti citati dall’architetto Scalese: tra i quali l’austriaco Gunther Studemann; il tedesco Richard Dolker, “Che introdusse l’asinello, simbolo della ceramica a Vietri sul Mare”, la ceramista polacca Irene Kowaliska e tanti altri: ” Sicuramente ci hanno restituito uno sguardo completamente inedito del nostro territorio che hanno riportato nelle loro decorazioni”. Il Sindaco di Vietri sul Mare, l’avvocato Francesco Benincasa, ha accettato la proposta di Forcellino di dedicare una strada a Max e Flora Melamerson: ” Abbiamo già intitolato una piazza a Irene Kowaliska e sicuramente continueremo su questa scia”.   L’Assessore alla Cultura Giovanni De Simone ha ricordato che il professor Forcellino è nato a Marina di Vietri sul Mare: “Forcellino è un vero e proprio orgoglio per noi vietresi”. Il ceramista vietrese, Raffaele Apicella, ha raccontato alcuni simpatici aneddoti sui coniugi Melamerson da lui conosciuti quando era bambino.  (FOTO DI EDOARDO COLACE).

Aniello Palumbo