“IL SILENZIO DELL’ALLEGORIA” DEL PROFESSOR ANIELLO DI MAURO ALLA CONGREGA LETTERARIA DI VIETRI SUL MARE.

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“Che cos’è l’allegoria? L’allegoria (dal greco àllo = altro e agorèuo=dico) è una figura retorica per cui un concetto astratto (ideale, morale, religioso, politico) viene espresso attraverso una serie di immagini concrete, alle quali l’autore ha attribuito un significato metaforico. Il significato dell’allegoria non si coglie immediatamente, ma per essere colto ha bisogno di un procedimento razionale”. A spiegare il significato di allegoria e come questa “metafora continuata” sia stata usata da autori italiani come Dante, Petrarca, Manzoni, Pirandello e Montale; da autori stranieri come Kafka e Beckett, è stato il professor Aniello Di Mauro, già professore di Latino e Greco nei Licei Classici della Provincia di Salerno, durante il primo degli “Incontri di Cultura”, edizione 2018, che si è tenuto nello storico e suggestivo oratorio dell’Arciconfraternita del SS. Rosario e SS. Annunziata di Vietri Sul Mare, organizzato dai direttori artistici de “La Congrega Letteraria”, Antonio Gazia e Alfonso Mauro, con la collaborazione di Francesco Citarella, coordinatore   de “La Rete de “La Congrega Letteraria”.

Presente l’Assessore alla Cultura Giovanni De Simone che ha apprezzato la relazione del professor Aniello Di Mauro, intitolata: ”Il silenzio dell’allegoria” nella quale il grande cultore di letteratura antica e contemporanea ha spiegato che nella Letteratura Italiana, l’allegoria per antonomasia è la “Commedia” dantesca:” Ma un buon esempio c’è anche nel Canzoniere di Petrarca e nella poesia “Lavandare” di Pascoli”. Il professor Di Mauro ha spiegato la differenza tra allegoria tradizionale, quella di Dante,   e allegoria moderna, usata per primo da Baudelaire:” Secondo la tesi dello studioso tedesco Jauss l’allegorismo tradizionale è un allegorismo a chiave, e questa chiave è nel sapere condiviso a priori dal pubblico e dall’autore. Nell’allegorismo moderno, invece, non c’è più chiave, perché non c’è più un’ideologia comune che unisce l’autore al pubblico”. Per approfondire la tematica il professor Di Mauro ha scelto cinque autori: Manzoni, Kafka, Pirandello, Montale e Beckett. “L’allegorismo manzoniano è di tipo tradizionale , di chi ha dei dogmi e dei valori condivisi in qualche modo con il pubblico. La guida chiara è quella del narratore onnisciente che tiene per mano il lettore e lo porta passo passo verso la verità della morale cattolica”. Di Mauro ha spiegato che ne “I Promessi Sposi” è presente però anche l’allegoria moderna:” Nel brano della vigna di Renzo, ad esempio, siamo nel campo dell’allegorismo moderno, cioè di un allegorismo che si rifiuta di dare chiavi prestabilite, e lascia sospeso il senso”.  Il professor Di Mauro ha anche analizzato l’arte di Franz Kafka, autore dei romanzi: ” Il Processo”, “Il Castello” e “La Metamorfosi” che racconta di un uomo, Gregor Samsa, che un mattino, svegliandosi nel proprio letto si trova mutato in un insetto mostruoso. Di Mauro, riprendendo il pensiero dello studioso tedesco Theodor Adorno, ha spiegato che i racconti – parabole kafkiani non offrono la chiave per la loro risoluzione:” Il senso resta aperto, perché la scrittura di Kafka turba il lettore come un enigma indecifrabile, un’allegoria aperta che non rivela i propri significati”. Anche in Pirandello, siamo in presenza di un allegorismo moderno: in uno dei suoi racconti “surreali”:” C’è qualcuno che ride” , Pirandello mette in scena un apologo allegorico, racconta cioè una storia per dire altro. Che questo “altro” abbia un contenuto politico appare evidente. Ma poiché siamo nel campo dell’allegorismo moderno, non prevede chiavi prestabilite di lettura. Il testo autorizza interpretazioni molto diverse. Si tratta di un’allegoria vuota”. Di Mauro ha anche analizzato l’allegoria silente e quindi moderna di Montale, nella poesia “Nuove Stanze”, e di Beckett, l’autore di “Aspettando Godot:” Per comprendere meglio il significato e il senso dell’allegoria, il professor Luigi Alfinito, fine dicitore, ha interpretato con grande bravura e professionalità alcuni brani degli autori citati: bellissima e commovente la lettura della celebre pagina della “madre di Cecilia” tratta da “I Promessi Sposi” di Manzoni, nella quale una donna, con composta regalità, depone la sua bimba di nove anni, Cecilia, vestita di bianco, morta di peste, sul carro del monatto al quale l’affida per la sepoltura. (FOTO DI EDOARDO COLACE)

Aniello Palumbo