Desiderio infinito! Capitolo 12 (Parte terza)

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Il Fascismo e l’Impero vivevano una possente e delirante vita d’azione!
E le canzoni trascinavano, irretivano, incedevano con ritmo marziale: «Marcia reale», «Inno a Roma», «Inno dell’Impero», «Giovinezza», «Inno delle legioni», «Inno del balilla», «All’armi Roma chiamò», «La sagra di Giarabub», «Ciao, mio bell’alpin», «Africa ti tengo»…
Il Fascismo sembrava occuparsi solo di opere di pace, finalmente, pure si sentiva un clima troppo euforico, quasi guerriero, che stimolava a dubitare della «non belligeranza», proclamata dal Duce. Lo spettro di una guerra, d’imprecisabile portata, aleggiava sinistra su tutta l’Europa, ma solo pochi ne avevano una vera contezza. In realtà il Fascismo, legandosi sempre più strettamente alla Germania e calcandone le orme, andava strepitosamente incontro ad una apocalittica rovina.
Nella sua camera Valeria era pensierosa, ma il bambino la distolse e la fece sobbalzare involontariamente, dicendo:
«Mamma! Mammina mia bella! Stasera non diciamo la preghiera per papà? Perché il Signore lo faccia tornare sano e salvo».
Valeria cominciò a dir piano, per dar tempo al piccolo di ripetere le parole di una preghiera costituita con frasi semplici, facili, adatte ad un piccino come suo figlio, ma la sua voce non sembrava più la stessa.
Marco si addormentò quasi subito, al contrario di lei che non riusciva a prendere sonno. Non si sentiva nervosa, ma infastidita, stanca di battere sempre la stessa pietra senza riuscire a spaccarla.
Avvertiva un vago, inusitato timore di se stessa, della stanchezza dei propositi che prima la tenevano salda e all’erta. Che finisse veramente il suo grande amore per Marco?
Non volle soffermarsi su questo pensiero, che, fino a poco indietro, sarebbe stato inconcepibile.
Cercò di stancarsi leggendo un libro preso a caso nella piccola libreria da camera e piano piano finì addormentata.
L’indomani, in ospedale, fu presa di mira un po’ da tutti e bersagliata di domande e commenti, che le erano fastidiosi, pur se fatti con palese simpatia e con l’augurio sincero che tutto scorresse bene tra lei e Marco.
«Sei contenta, Valeria?». «Si va meglio, vero?».

(Continua…)