La Veglia dei fidanzati nella Chiesa del Cilento.

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foto_bianco_nero_fidanzati 2I fidanzati del Cilento, malgrado le molteplici difficoltà del tempo, pensano di incamminarsi incontro al Signore tenendosi per mano. L’Ufficio Famiglia della Diocesi di Vallo della Lucania ci rasserena in termini numerici. Ben settanta coppie, il 13 febbraio u.s,. a Santa Maria di Castellabate si sono incontrate insieme al Vescovo della Chiesa del Cilento, Monsignor Ciro Miniero. Hanno preso parte, unitamente ad altre coppie di sposi, alla Veglia di preghiera “Un progetto d’Amore, la casa sulla roccia”.

L’incontro ha registrato la presenza del Direttore della Pastorale familiare della Diocesi di Vallo della Lucania, Don Roberto Guida. Don Roberto ha voluto ricordare che l’Amore è dono di Dio da accogliere e custodire, ma anche da coltivare e accrescere. “La Veglia, riferiscono i responsabili dell’Ufficio Famiglia, con canti e preghiere, ha suscitato attenzione e raccoglimento, ponendo al centro l’ascolto della Parola. Il rito è stato sottolineato da gesti, come portare all’altare una croce, segno dell’amore di Cristo che risplende in modo particolare nella vita degli sposi, dei fiori, segno della semplicità e della bellezza della creazione, il Libro della Parola da cui i futuri sposi traggono la luce per camminare fedelmente nelle vie di Dio.

L’intervento del Vescovo è stato particolarmente intenso. Egli ha invitato i giovani a non scoraggiarsi, anche se viviamo in tempi difficili per il lavoro, la casa, ma, avendo essi accolto la vocazione al matrimonio cristiano, li ha esortati ad andare avanti con coraggio e determinazione, prendendosi i tempi giusti per realizzare i sogni e i progetti, con l’obiettivo di fondare famiglie cristiane salde e capaci di affrontare i momenti difficili fidando nel Signore. Il matrimonio cristiano? Una ricchezza e una sfida. Sfide sempre nuove anche per sacerdoti, consacrati e sposi che si affiancano ai giovani fidanzati nel percorso affascinante di riscoperta della fede e del Sacramento dell’Amore. Molto emozionante per i partecipanti si è rivelato il momento in cui il Vescovo li ha invitati a prendersi per mano e a manifestare pubblicamente le loro intenzioni: -di accogliersi l’un l’altro come un dono di Dio, -di crescere nell’amore casto, -di rimanere sempre in ascolto della Parola di Dio per lasciarsi fortificare dalla Sua grazia. Egli ha affidato tutti i fidanzati presenti (ed anche le altre coppie che non sono riuscite a venire) al Signore, chiedendo nella preghiera di preservare il loro amore come germoglio, di renderlo sempre più puro, di donare loro la grazia della fedeltà e la forza della perseveranza, affinché la loro vita insieme, radicata in Gesù, diventi segno e primizia della carità da Lui manifestata sulla croce. Dopo la solenne benedizione finale, sono stati dal Vescovo consegnati gli attestati ai fidanzati che avevano appena concluso il corso e poi, a tutte le coppie intervenute, nel salutarli, il Vescovo ha consegnato un piccolo ricordo, l’icona della Sacra Famiglia. La comunità di Santa Maria a Mare, a conclusione della veglia, ha voluto salutare i fidanzati con un piccolo buffet in allegria”.

Il tempo del fidanzamento, ricorda Papa Francesco, può diventare davvero un tempo di iniziazione alla sorpresa dei doni spirituali con i quali il Signore, tramite la Chiesa, arricchisce l’orizzonte della nuova famiglia che si dispone a vivere nella sua benedizione. Le coppie del Cilento partecipano con interesse, sollecitate dalla pratica di un’attenta pastorale, questo speciale momento fatto di favori spirituali per edificare la santità familiare.

Il fidanzamento di per se assolve una funzione propedeutica al Matrimonio. Già per sua natura, essendo proiettato all’evento Matrimonio, rischia di perdere il suo elevato significato. Oggi esso si rivela spesso privo di una precisa identità. E’ proprio la fase del fidanzamento, invece, il momento temporale entro cui è data la possibilità della crescita nella relazione affettiva. “Il fidanzamento, asserisce don Claudio Giuliodori, rispetto al primo passo dell’innamoramento dice l’orientamento a camminare verso la maturità del dono di sé e la consacrazione dell’amore nel legame matrimoniale, mentre rispetto al matrimonio rappresenta un tempo di verifica vocazionale e di maturazione verso l’assunzione di impegnative responsabilità..”. Spesso le nostre comunità cristiane è preoccupata e orientata, nel corso della relazione prematrimoniale, in via quasi esclusiva a fornire un supporto in funzione alla formazione del matrimonio. Tralasciando il tempo del fidanzamento si rischia sempre più di connotarlo nell’indifferenza e nella perdita di senso. “Da questa presa di coscienza, prosegue don Giuliodori, deve scaturire anche per le comunità ecclesiali una rinnovata attenzione pastorale al tempo del fidanzamento o, se vogliamo andare al di là del termine, al periodo della verifica e della maturazione vocazionale nel cammino verso il matrimonio e la famiglia” .

Risulterebbe utile alla comunità ecclesiale, più largamente osservata, ripensare alla Pastorale dei Fidanzati, alla formazione di operatori capaci di accompagnare in un cammino di fede e nella crescita umana e cristiana: Le coppie di fidanzati più sensibili dovrebbero rappresentarsi autentici testimoni del significato cristiano dello stesso fidanzamento. Attualmente la pastorale prematrimoniale affronta una svolta storica, è indotta ad un confronto esplicito e preciso con la realtà. Gli itinerari di fede verso il matrimonio oggi più che mai sono necessari. Spesso la celebrazione del matrimonio è ostentazione della famiglia e non espressione ecclesiale del sacramento. Molti giovani oggi vivono questa esperienza con un forte distacco, ecco perché urgono l’approfondimento del significato teologico del fidanzamento e le giuste indicazioni per un percorso ecclesiale e pastorale.

 
Emilio LA GRECA ROMANO