Sanità: livelli essenziali a rischio in Campania.

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L’ ultimo posto sembra essere diventata  una prerogativa della Regione Campania. Non vi è rapporto ufficiale od ufficioso che non collochi la nostra regione agli ultimi posti negli standard dei servizi erogati.  Il  progetto Oasi 2013  sulla spesa sanitaria italiana, redatto dal Cergas (Centro  di ricerche sulla gestione dell’assistenza sanitaria e sociale) presentato presso l’Università Bocconi, mette in evidenza come in Italia la spesa sanitaria pro-capite risulta essere  la più basa d’Europa.

Mentre in Germania si spendono in servizi per la salute 3318 euro a persona in Italia se ne spendono appena 2419, smentendo di fatto quanti sostengono che nel nostro paese vi è  un eccesso di spesa sanitaria.

Gli estensori del rapporto, Cantù e Longo, segnalano il grande gap di performance esistente fra le diverse regioni italiane. Le meridionali arrancano, e non sempre sono in grado di garantire il mantenimento dei livelli essenziali di assistenza.

Questo aspetto dovrebbe  rappresentare per i nostri governanti,  un campanello di allarme sullo squilibrio e sull’ iniquità  che si sta generando  nell’accesso alle cure tra i cittadini del sud e quelli del nord.La stessa spesa pro-capite per l’utilizzo della sanità privata evidenzia lo squilibrio fra il nord ed il sud del paese, ai  707 euro  pro capite spesi dai cittadini del Trentino Alto Adige fanno da contraltare gli 239  spesi in Campania, ultima anche in questa classifica. Le spese per investimenti, pur essendo meno rigide, non dovendo stare al piano di rientro dal deficit, risultano  penalizzanti per  il nostro sud.  Ai  111 euro pro capite investiti in Emilia Romagna fanno da contraltare gli appena  20 euro  investiti  in Calabria.

Sugli investimenti è da sottolineare, ma non è certo una novità, come le  regioni del Sud, risultano essere sistematicamente penalizzate, pur partendo da  un quadro infrastrutturale più fragile. Ultimo dato analizzato è quello dei tempi di pagamento dei fornitori da parte delle Asl, si passa dai 75 giorni del Trentino ai 103 di alcune delle Asl campane, dove però si arriva anche a 1509 giorni, (cinque anni).

Il quadro complessivo che emerge dal rapporto Cergas 2013  è la forte penalizzazione del  meridione, dove ai cittadini vengono erogati servizi pubblici essenziali, quali la sanità sempre più scadenti, al di sotto degli standard minimi per una nazione evoluta.