ll Patrimonio culturale in guerra, venerdì 26 al Museo Archeologico Provinciale.

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locandinapatrimonioculturaleIl Museo Archeologico Provinciale di Salerno apre una finestra sul Museo Archeologico Nazionale di Beirut, in Libano.

Venerdì 26 febbraio, a partire dalle ore 18.00, l’Associazione Fonderie Culturali invita, infatti, i visitatori ad una riflessione sul “Patrimonio culturale in guerra”.

Si inizia con la proiezione del cortometraggio “The quake” (Il Terremoto) del regista Matteo Barzini. Una moderna opera del male, dove le immagini di vite umane spezzate, di moschee, templi e villaggi distrutti si mischiano ai ritmi sincopati delle musiche di Morricone. Immagini forti che denunciano le tragedie della guerra siriana ed i drammatici riflessi sul Libano.

A seguire un breve dibattito sullo stretto legame tra guerra, distruzione del Patrimonio culturale e l’identità di un popolo, dove saranno protagonisti Carmine Elefante – Comandante dei Carabinieri per Tutela del Patrimonio Culturale (in collegamento da Baghdad), Michele Colavito – Esperto di politiche di sviluppo e di progetti di cooperazione internazionale e Assad Seif – Responsabile Antichità del Museo Archeologico Nazionale di Beirut (in collegamento da Beirut).

Il lungo pomeriggio terminerà con un messaggio di speranza. Un filmato inedito sulla riapertura del Museo Archeologico di Beirut testimonierà come la tutela delle opere d’arte rappresenti la difesa delle radici identitarie di intere generazioni.

I visitatori potranno, infatti, conoscere la storia di Emir Maurice Chehab – Direttore Generale delle Antichità Libanese, che allo scoppio della guerra civile libanese nel 1975 fece impacchettare le opere del Museo Nazionale di Beirut in vere e proprie “gabbie” di blocchi di cemento e casse di legno, e fece poi erigere un muro per occultare i depositi. Per quindici anni, nonostante l’invasione di squadroni e cecchini, ed i bombardamenti e assalti subiti dal Museo, nessuno si accorse di quel muro e di quei blocchi di cemento, dietro i quali erano stati nascosti mosaici, piccoli manufatti, statue e sarcofagi. Finita la guerra, le planimetrie denunciarono la stranezza, il muro fu così abbattuto e le coperture dei blocchi rimosse per ridare nuova vita all’arte. Evento gratuito, prenotazione consigliata.