Giovanni Cafaro e quel sogno da un milione di posti di lavoro.

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di Myriam Guglielmetti

Un progetto unico e, per certi versi, rivoluzionario quello intrapreso da Giovanni Cafaro, fondatore del “Movimento Disabili Art.14” e già reso famoso dalla sua singolare iniziativa di fare il “codista” per conto di chi non voglia perdere tempo nelle lunghissime code d’attesa presso uffici o musei.

Di certo non si tratta né del primo né dell’ultimo gruppo a sostegno della tutela dei diritti dei diversamente abili, tuttavia ciò che contraddistingue questo dalla moltitudine dei movimenti similari è l’ambizione del voler assicurare con l’Articolo 14 un milione di posti di lavoro a disabili e normodotati.

Un sogno che di certo non merita di rimanere irrealizzato avendo alla base validi strumenti quali dati statistici concreti ed obiettivi, se possibile, anche più  solidi, primo fra tutti la modifica della legge n.68 del 1999 recante norme per il diritto al lavoro dei disabili: il movimento vorrebbe che la normativa venisse recepita in tutti gli stati membri dell’Unione Europea , potendo in questo modo introdurre le quote – disabili obbligatorie anche a Bruxelles.

A distanza di pochissimo tempo dalla sua nascita, infatti, il Movimento Art.14 ha dato immediata prova delle proprie aspirazioni con la candidatura alle elezioni europee: i cittadini italiani candidati sono per il 70% disabili e per il restante 30% normodotati.

Ecco qui sintetizzati i punti del programma presentato:
1.Modificare la legge n.68/99 al Parlamento italiano ed al Parlamento Europeo eliminando le sanzioni e introducendo l’obbligo dell’Articolo 14 estendendolo anche agli Enti Pubblici e alle Cooperative di tipo A.

2.Creare con l’Articolo 14 in due anni 1 Milione di posti di lavoro per disabili e normodotati

Candidare nelle proprie liste nazionali disabili e professionisti della società civile, presentarsi alla Camera, al Senato e al Parlamento Europeo per modificare la legge n.68/99.

3.Introdurre le quote obbligatorie per i disabili alla Camera, al Senato, al Parlamento Europeo, nei Cda di tutte le Municipalizzate e nei Consigli Regionali e Comunali italiani.

4.Per i primi tre anni per ogni disabile assunto con Articolo 14 nelle cooperative sociali, prevista l’applicazione di sgravi del 50 % dei contributi Inps versati.

Pur esistendo nel nostro ordinamento una legge che regola espressamente l’assunzione dei diversamente abili, il punto focale della battaglia intrapresa da Cafaro è che la stessa venga non soltanto ben applicata, ma che si possa beneficiare di un ritorno di posti di lavoro ancora non riconosciuti e troppo spesso lasciati nel dimenticatoio.
Oggi, i lenti procedimenti burocratici e l’evidente generale difficoltà organizzativa che accompagna l’applicazione delle norme rende spesso inefficaci le tutele che lo stato stesso riserva alla categoria.
Proprio per queste ragioni e per assicurare il rispetto di diritti da non considerare “di serie B”, è necessario farsi carico della corretta applicazione delle norme.
Se la l.n68/99 prescrive il collocamento mirato obbligatorio, nel testo dell’articolo 14 invece è indicata la valida alternativa dell’assunzione del disabile presso una cooperativa di tipo b nei confronti del quale l’impresa si impegni ad affidare una commessa di lavoro.
La proposta, quindi, raggiunge un compromesso fattibile nell’interesse di tutti.