Egidio De Bernardis non ce l'ha fatta, la SLA lo ha portato via.

foto egidioDopo  aver tanto lottato anche il cuore  di Egidio Bernardis  questa mattina si è fermato. Egidio, come  molti malati di SLA(Sclerosi  Laterale  Amiotrofica), ha lottato tanto per sperare in una  cura alternativa  a farmaci  che non  sono  curativi ma  che lo hanno illuso  ad una vita possibile , collegato ad un tubo di un respiratore  artificiale , ad una sacca di alimentazione, senza poter  muover più  alcun arto del suo corpo marmoreo.

“Son  diventato un pezzo di marmo – continuava a ripetere- se mi dessero la possibilità  almeno di tentare il metodo stamina, vivrei più felice!”

Ieri sera nella sua modesta e calorosa casa di via M. Ungheresi,tra l’affetto dei fratelli, della sorella Anna Maria, della cognata Anna e della infaticabile  moglie Marisa, Egidio , rientrato a casa  dopo un breve periodo di degenza  presso l’Ospedale S. Maria della Speranza di Battipaglia, sorrideva e cercava di parlare  a fiato corto più con   gli occhi che  con le parole, a tratti mimate  sulle labbra. I suoi perché  ieri come oggi non hanno risposta. Con dignità e tanta pazienza dava  coraggio a tutti  perché fino a pochi giorni fa  aveva continuato a sperare  nelle sentenze che  gli avrebbero offerto la possibilità di recarsi a Brescia per la cura richiesta . Nel frattempo  il Ministero della Salute  aveva  bocciato la sperimentazione per le  staminali, ma il dott. Vannoni,  promotore della sperimentazione  è venuto  la  scorsa  settimana a Salerno per incontrare  bambini,  famiglie e  numerosi  ammalati che  non si fermeranno di fronte al blocco della sperimentazione.

I fratelli di Egidio , Piero e Ciro,  dopo una   breve  chiacchierata con il dott. Vannoni  hanno portato al fratello  il messaggio di  speranza  di colui  che  ha sperimentato su di sé le  cellule  staminali e la possibilità di una  cura  alternativa  a farmaci tra l’altro  costosissimi : “EGIDIO NON MOLLARE!”

 Egidio ha tentato in tutti i modi, con immensa forza di volontà a non mollare, voleva  vivere  ma  scolpendo nel marmo dei suoi muscoli una nuova  linfa che non gli uccidesse almeno la  speranza.

I suoi  occhi aperti sul mondo, le  sue mani  che  volavano su una tastiera, troppo silenziosa da tempo, la  sua voce  che  amava intonare  canzoni d’amore, oggi risuona  corale  tra  tutti noi che  lo abbiamo abbracciato  nel  suo dolore, perché  come poeticamente  ha  scritto il suo cantante preferito Adriano Celentano “l’emozione non ha  voce!”

 Gilda Ricci