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europaDal 1° luglio al 31 dicembre 2014 l’Italia eserciterà la Presidenza di turno del Consiglio dell’Unione europea, un ruolo svolto altre undici volte nella storia dell’Unione. La Presidenza semestrale è nata nel 1957, con la firma del Trattato di Roma, con il quale veniva istituita la Comunità economica europea. All’epoca di sei membri, questa costituiva un meccanismo “democratico” fra gli stati di assicurare la guida all’interno dalla Comunità, a rotazione inizialmente ogni tre anni per ciascuno.

Ora con 28 Stati membri la Presidenza diventa un appuntamento molto più raro. Come ai tempi però, anche ora la Presidenza del Consiglio dell’Unione europea consiste nella responsabilità, da parte di uno Stato membro della UE, di gestire e coordinare il funzionamento del Consiglio dell’Unione europea.

Tale carica ruota ogni sei mesi tra i diversi stati membri e viene esercitata dall’intero governo del Paese che detiene la presidenza di turno. La Presidenza del Consiglio dell’Unione europea ha sempre funzionato a turni semestrali e, fino all’entrata in vigore del Trattato di Amsterdam, l’ordine di rotazione seguiva l’ordine alfabetico del nome degli Stati membri (nella loro lingua ufficiale); successivamente, l’ordine di rotazione è diventato pertinenza del Consiglio europeo, che lo vota all’unanimità.

L’entrata in vigore del Trattato di Lisbona ha riconosciuto ufficialmente il Consiglio europeo (che riunisce i 28 capi di Stato e di governo) come un’istituzione UE, separando la sua presidenza da quella del Consiglio dell’Unione europea (fino al 2009, lo Stato membro che deteneva la prima deteneva anche la seconda).

Ora i due Consigli sono distinti più chiaramente, dato che il Trattato di Lisbona ha abolito la presidenza di turno semestrale del Consiglio europeo, che ora viene presieduto da un Presidente stabile eletto per due anni e mezzo (rinnovabili una volta). Attualmente il presidente è il belga Herman Van Rompuy.

Con il nuovo trattato, inoltre, la presidenza del Consiglio Esteri è stata affidata all’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (incarico detenuto attualmente dalla Catherine Ashton).

Un’ulteriore novità del Trattato di Lisbona è l’istituzione di un Trio di presidenze (tre presidenze di seguito) che mira ad assicurare maggiore stabilità politica nella guida del Consiglio dell’Unione europea. In questo modo, le tre presidenze di turno consecutive si accordano per seguire un programma comune di un anno e mezzo.

Lo Stato membro che detiene la presidenza del Consiglio dell’Unione europea organizza le riunioni del Consiglio e le presiede; ha il potere di individuare delle priorità per l’azione e di proporre gli argomenti all’ordine del giorno delle riunioni, svolgendo la sua funzione in modo imparziale; ha inoltre il compito di coordinare e guidare i negoziati tra gli stati membri che si svolgono all’interno del Consiglio e ha la responsabilità di dialogare con la Commissione europea e con il Parlamento europeo, soprattutto nei casi di procedura ordinaria (già procedura di codecisione).

Il Paese che detiene la presidenza guida le diverse formazioni settoriali in cui si riunisce il Consiglio dell’Unione europea che comprende i ministri dei 28 governi degli stati dell’Unione competenti in base agli argomenti in discussione. Il semestre di presidenza del Consiglio dell’Unione europea non deve essere confuso con il “semestre europeo”, termine con il quale viene indicato un ciclo di coordinamento delle politiche economiche e di bilancio nell’ambito dell’UE nei primi sei mesi di ogni anno.

Dal 1 gennaio 2014 al 30 giugno la presidenza è stata detenuta dalla Grecia: dal 1° luglio la palla passa in mano all’Italia che forma un nuovo Trio insieme alla Lettonia e Lussemburgo che verranno dopo. Si tratta di un’importante opportunità per il Paese, che può accrescere la propria influenza sull’agenda politica dell’Unione e dare nuova luce alla propria immagine sia a livello europeo che internazionale.

La presidenza italiana del Consiglio dell’Unione europea inoltre coincide con un periodo particolarmente delicato, ma denso di possibilità di cambiamenti, per l’Europa. Infatti in questo periodo sono previsti cambiamenti di più alti incarichi istituzionali nell’Ue, che includono la Commissione europea, l’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e lo stesso Presidente del Consiglio europeo.