PAPA FRANCESCO E SALERNO

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Il nostro dialogo sembra iniziato in un tempo molto lontano.

Infatti dall’altro mondo è giunto Papa Francesco che sta

cambiando la realtà che ci circonda offrendoci riferimenti

finalmente nuovi.

Chi ha seguito la sua visita a Lampedusa non ha potuto non

ascoltare il suo grido contro la

“globalizzazione dell’indifferenza”.

Chi ha letto la sua lettera ad Eugenio Scalfari e le sue risposte

alla successiva intervista, ha saputo che ci ha ricordato che

” la fede cristiana crede questo : che Gesù è il Figlio di Dio

venuto a dare la sua vita per aprire a tutti la via dell’amore”

mente per chi non crede “la misericordia di Dio non ha limiti

se ci si rivolge a lui con cuore sincero e contrito, la questione per

che non crede sta nell’obbedire alla propria coscienza”.

Il peccato, anche per chi non ha la fede, c’è quando si va contro

la propria coscienza”.

Anche fermandoci solo a questi due richiami non possiamo non

comprendere come la novità di Papa Francesco dia un senso

nuovo e più profondo alla nostra ricerca per

“dare un’anima alla città”.

In questo intervento desidero soffermarmi sul tema della

“globalizzazione dell’indifferenza”.

Nel prossimo cercherò di raccontarvi, partendo dagli anni

sessanta, su ciò che significa per me il richiamo al “primato

della coscienza”.

Chi ha avuto la pazienza di leggermi sa che mi sono interessato

della comunità rom “Ascolta il Vento” e della “Associazione

La Tenda  Centro di Solidarietà”.

Raccontandovi la vicenda della comunità rom, chiesi alla

Coldiretti ed alla Confagricoltura un sostegno tecnico

per aiutare il gruppo ad utilizzare nel modo migliore

possibile alcuni terreni agricoli.

Dalla Coldiretti mi è giunta una dichiarazione di

piena disponibilità a mettere a disposizione della cooperativa

“Ascolta il Vento” le competenze dei suoi tecnici.

E’ un segno di non indifferenza e di solidarietà a favore

di persone che spesso tendiamo ad emarginare.

L’indifferenza ha caratterizzato, invece, il comportamento

di molti  nell’altro caso.

Vi ho raccontato dello stato di grave disagio che vive la Tenda.

Per non creare  scandalo e turbamento in chi ha conosciuto

la realtà positiva dell’associazione, ho fatto cenno solo ad alcuni

problemi che ne caratterizzano la vita oggi, attendendomi da chi

ha compiti non marginali nel Centro, un impegno attivo

per cambiare lo stato delle cose.

La mia attesa è andata in gran parte deluda ed ho potuto

conoscere alcuni autorevoli salernitani

“globalizzatori dell’indifferenza” .

I più simpatici mi hanno chiesto : “ma chi te lo fa fare”?

Sentendosi miei amici mi hanno consigliato di essere prudente

senza rendersi conto che la prudenza non è sempre una virtù.

Altri, dopo aver condiviso ciò che affermavo ed aver anche

arricchito la mia analisi con loro informazioni,

al momento dell’impegno sono scomparsi e, con fastidio,

non hanno più risposto alle mie sollecitazioni.

Chi, invece, e non poteva essere diversamente,

mi ha assicurato il suo intervento

è stato il nostro Arcivescovo Mons. Moretti.

Ciò mi ha reso contento.

La Tenda tornerà alle origini e l’indifferenza, a Salerno,

sarà sconfitta.