Giardinaggio domestico, venerdì 20 a Palazzo Mezzacapo a Maiori.

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Brochure Convegno 20 marzo 2015 Palazzo Mezzacapo definitiva-page-001Venerdì 20 marzo, a Palazzo Mezzacapo a Maiori, si terrà il convegno “Giardinaggio domestico, progettazione e realizzazione del verde domestico”, organizzato dal Comune di Maiori e dall’Associazione Italiana Direttori e Tecnici Pubblici Giardini.

In Africa, sotto l’ombra di un albero, la gente narra la propria storia: le voci i suoni e i fruscii arrivano dai rami più alti, da sottoterra e dal cielo.

L’albero che diffonde la sua ombra, dice una leggenda africana raccontata da uno scrittore polacco che ha, a lungo, soggiornato in Africa, è molto più di un albero: è la vita stessa. Le molte leggende della mitologia africana esprimono un mondo permeato da una profonda religiosità caratterizzata dalla dimensione collettiva e non individuale degli africani, come attestano filosofi e poeti.

Nella religione tradizionale assumono perciò valenza sociale i luoghi di culto, di cui la foresta sacra e l’albero rappresentano la massima espressione. Tra questi, il fico selvatico, il mango, il balanites, e soprattutto il mitico baobab, le cui molteplici radici sono un autentico “museo” della memoria e delle diaspore dell’Africa. Una leggenda africana narra anche che le streghe esistono e che di notte si radunano sui grandi alberi isolati in mezzo ai campi; di notte le streghe avvolgono la terra in una grande ragnatela: un capo del filo lo tengono in mano, l’altro passa su tutti gli alberi del mondo. Se una persona prova ad aprire la porta per uscire, urta la ragnatela: le streghe se ne accorgono e si dileguano spaventate nelle tenebre.

Queste leggende africane, contenute in “Ebano” di Ryszard Kapuscinski (scrittore polacco che dal 1957 e per quarant’anni ha viaggiato e descritto il continente africano), esprimono un mondo spirituale ricco e complesso permeato da una profonda religiosità. La cultura africana non conosce documenti e scritture e la sua forma più pura risiede nella mitologia. Kapuscinski definisce l’Africa un oceano, un pianeta a sé stante, un cosmo vario e ricchissimo che si divide in tre mondi diversi anche se collegati l’uno con l’altro. L’africano crede che all’origine di questi tre mondi c’è l’Essere Supremo, l’Ente Supremo, Dio.

Questa idea dei tre mondi è ciò che separa l’Africa dall’Europa: il primo mondo è separa l’Africa dall’Europa: il primo mondo è rappresentato dalla realtà tangibile e visibile, il secondo mondo è quello degli antenati e il terzo mondo è il regno degli spiriti, che sono presenti in ogni entità e in ogni cosa. La dimensione religiosa degli africani è condivisa con la comunità: rivolgersi a Dio è un’espressione spirituale collettiva e non individuale . …..omissis Sotto l’albero sacro, che in alcuni villaggi è chiamato anche “albero della palabra”, si chiede perdono per i propri peccati e la coscienza individuale rigenerata si sente assolta di fronte alla comunità.

La mia speranza, guardando i miei nipoti, è che, un giorno, ci sia anche per noi un albero della “palambra” sotto il quale convocare, perché chiedano perdono, coloro che degli alberi hanno fatto la loro dimostrazione peggiore dell’esistere.