“LA DONNA NELLA STORIA DI SALERNO” RACCONTATA DAL PROFESSOR GENNARO AVOSSA AL COMUNE DI SALERNO

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“Mà! Ciccio mi tocca! Cì toccàme chè mamma nu’ vere”. Queste parole descrivono simpaticamente il rapporto tra due fidanzatini della fine degli anni ’40, ai quali, già promessi sposi, era consentito, in sere prestabilite, vedersi a casa della fidanzata per cenare con i familiari di lei. I genitori meno rigidi consentivano al promesso sposo di prolungare la sua permanenza se le donne di casa si trattenevano a sferruzzare o a cucire. Ma la loro resistenza fisica, vinta dall’età, dalla fatica e dal sonno, spesso faceva ciondolare le teste e i due fidanzatini approfittavano per scambiarsi delle fugaci effusioni. Il sipario calava quando la madre decideva che era meglio andare a dormire. Questa simpatica scenetta è raccontata in uno dei capitoli del libro: ”La donna nella storia di Salerno”, scritto dal professore salernitano Gennaro Avossa che è stato presentato in una gremitissima Sala del Gonfalone del Comune di Salerno alla presenza di tanti rappresentati delle Associazioni culturali della città. Un testo che vuole essere “ un contributo alla storia di genere” come ha spiegato l’autore che ha approfondito quello che è stato il ruolo della donna nelle varie epoche storiche a Salerno e nelle realtà a noi vicine. Il professor Avossa, già professore di Geografia Economica nei licei salernitani, ricercatore delle preziosità archivistiche, dopo accurate ricerche, durate alcuni anni, in biblioteche e archivi, non solo salernitani, ha inquadrato la donna di ciascun periodo storico, dall’antichità fino ai giorni nostri, nel proprio contesto economico, sociale e nel percorso di affrancazione dai pregiudizi e delle convenzioni che ne hanno limitato la libertà.” Il libro vuole anche essere un omaggio alle donne salernitane che nel corso dell’800 e del ‘990 si sono adoperate con atti concreti ed anche con il loro impegno in politica affinché altre donne dopo di loro potessero godere di quella libertà che loro avevano soltanto sognato”.

Il Vicesindaco Eva Avossa, prima donna salernitana a ricoprire questo incarico, ha portato i saluti del Sindaco Vincenzo Napoli, e ricordato di aver invogliato il fratello a scrivere il suo secondo libro che tratta anche della storia delle antiche famiglie salernitane: ” Ha prodotto un lavoro interessantissimo che, attraverso lo studio di documenti preziosissimi, ha sottolineato l’importanza di conservare la memoria”. La professoressa Annamaria Amitrano, già Ordinaria di Antropologia Culturale ed Etnostoria all’Università di Palermo, che ha curato la presentazione del libro, ha spiegato che nelle pagine del volume:” La microstoria si “sposa” con la macrostoria”   e che l’autore:” Segue l’iter che conduce la donna alle sue “conquiste” sulla strada dell’emancipazione: nell’uscire dalla “tutela maritale” e il suo poter accedere a percorsi civili in precedenza negati: dagli accessi ai licei e all’università fino alla richiesta del suffragio universale” Il professor Francesco D’Episcopo, già Professore Ordinario di Letteratura Italiana, Critica Letteraria e Letteratura Comparata all’Università degli Studi “Federico II” di Napoli, noto critico letterario, ha parlato delle forme di evoluzione e involuzione della figura femminile nella storia della città evidenziando la dipendenza di Salerno dalle varie dominazioni che hanno caratterizzato la storia della città, dalle origini e fino ad oggi: “ E’ questo un libro non territoriale, ma estremamente aperto alle grandi questioni che riguardano tutto il Paese. Si racconta la storia di Salerno, riflesso di quella nazionale. Un libro profondamente sociologico perché studia i cambiamenti della società, soprattutto nel rapporto tra l’uomo e la donna come si legge nei contratti matrimoniali archiviati nei registri notarili: possiamo dire che è un libro “ matrimoniale”. E’ intervenuto anche l’onorevole Guido Milanese che da neuropsichiatra ha spiegato come nel tempo sia cambiata la psicologia delle donne: ” Anche la valutazione dell’intelligenza è cambiata nell’arco dei tempi: in epoca primordiale veniva considerato più intelligente il maschio, perché riusciva a produrre la predazione; in epoca post bellica prevaleva l’intelligenza costruttiva, ingegneristica, matematica dell’uomo; nel periodo romantico prevaleva la capacità introspettiva dell’uomo; oggi uno dei parametri per determinare la capacità dell’intelligenza della persona è quello dell’adattamento alle situazioni e all’ambiente e chi più della donna ha la capacità di adattarsi alle situazioni e all’ambiente”. L’attrice Elena Parmense, ha declamato una poesia di E. A Mario dedicata, nel giorno della sua scomparsa, nel 1927, a “Donna Matilde Serao” che fondò nel 1904 il quotidiano “Il Giorno”. Sono state proiettate anche delle slide, preparate dalla dottoressa Mara Moscariello, attraverso le quali il professor Avossa ha messo in relazione gli abiti da sposa dei territori di Castrovillari e Altomonte due paesi confinanti completamente diversi. Il professore che nei suoi studi è andato alla ricerca delle antiche tradizioni, ha spiegato che molte di esse si stanno perdendo:” Uno dei motivi che mi hanno spinto a scrivere questo libro è quello di conservare queste tradizioni, rievocarle, riportarle in vita, per consegnarle alle generazioni future. Le tradizioni sono parte integrante dell’identità di una città”.

Aniello Palumbo